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“Sommo” Piero Angela, Maestro della scienza in TV

di Sabina Fattibene

Un grande giornalista curioso di tutto, dal mistero della vita all’universo cosmico, Piero Angela.  Persona di grande abilità comunicativa, nell’esprimere i complessi argomenti scientifici, rendendo facili concetti difficili, una capacità che gli derivava dal suo essere non un uomo di scienza ma prima di tutto un giornalista che avvicinava il problema scientifico con la curiosità e i dubbi dell’uomo comune.


Una carriera costellata di soddisfazioni, 70 anni di successi in TV, ammirato dai suoi colleghi e amato dal pubblico. Era convinto che si dovessero unire qualità e capacità di parlare con tutti parlando di tutto con un linguaggio semplice e diretto, rendendo facili i concetti più difficili, questo insieme ad una mente brillante, è stato la formula del suo successo.

Creatore di documentari di grande interesse divulgativo

Ha fondato per la televisione italiana documentari di grande interesse divulgativo: tra i suoi programmi di maggior successo per la Rai “Quark” (1981) e “Superquark (1995) e i numerosi derivati.  Co-autore anche di un altro programma di divulgazione, “Ulisse”, che va in onda dal 2001 ed è condotto dal figlio Alberto. Piero Angela molto seguito dal pubblico viene inserito nella lista degli italiani più amati del 2019 (sondaggio di YouGov) al secondo posto dopo Papa Francesco, tanto da essere definito “il Sommo”.

In un intervista spiegava il perché del suo successo: “Il vero nemico della cultura non è lo share ma la noia; la cultura è spesso stata trasmessa da persone che parlano prevalentemente ai loro colleghi, agli addetti ai lavori. E’ al grande pubblico televisivo che bisogna invece rivolgersi, e questo vale anche per la scienza”.  Questo ci fa capire quanto a lui premeva rendere la cultura alla portata di tutti.

Le altre passioni

La scienza non è la sola sua passione vi è anche la musica, il pianoforte che aveva cominciato a suonare da bambino sino all’età di 20 anni, altra passione il jazz che lo portò ad essere Peter Angela, ed esibirsi nei jazz-club torinesi.

Era molto giovane anche quando ebbe il suo primo incarico alla Rai, come cronista al Giornale Radio. Dopo questa esperienza fu chiamato insieme al giornalista Andrea Barbato a presentare la prima edizione del telegiornale delle 13.30 e nel 1976 è il primo a condurre il Tg2. Nel 1968,incominciò a dedicarsi ai documentari: i primi furono alla scoperta dello spazio e al programma “Apollo”, il piano americano che condusse allo sbarco dei primi uomini sulla Luna con la missione Apollo 11 nel luglio 1969. A partire dal 1971 conduce numerose trasmissioni d’informazione e programmi educativi, utilizzando e reinventando sempre formule diverse, con un linguaggio curato, sempre attento e sempre in evoluzione: “Destinazione Uomo“, “Da zero a tre anni“, “Indagine sulla parapsicologia” e “Nel cosmo alla ricerca della vita“.


Durante un convegno un relatore gli chiese come mai nei suoi programmi non nomina mai Dio, domanda fuori luogo che stupisce lo stesso Angela in quanto la cultura scientifica vive su un continuo processo di verifica che permette di individuare eventuali errori e non è condizionata da ideologie religiose o credenze.

Fondatore del CICAP – Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze

Per questo aveva fondato il CICAP, il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze, un’associazione di promozione sociale, scientifica ed educativa, che promuove l’indagine scientifica e critica verso le pseudoscienze, del paranormale, dei misteri volendo diffondere la mentalità scientifica e lo spirito critico, questo fa pensare che non era un credente ma la sua fede era riposta solo in ciò che si può spiegare e provare.

L’importanza della famiglia

Molto importante nella sua vita è stata la famiglia, al suo fianco la moglie Margherita Pastore che per crescere i due figli avuti ha rinunciato alla sua carriera di ballerina della scala. Di lei Angela ha parlato sempre molto poco, ma quando lo ha fatto ha avuto parole di stima e d’amore ringraziando per il suo fondamentale sostegno, anche se non si sono mai detti “ti amo” e la loro è una storia d’amore di 65 anni insieme, lui ha dichiarato che essendo piemontese non c’è nel dialetto il verbo amare ma più voler bene che si dice “te vorej bien”.

Il suo messaggio

Piero Angela ci ha lasciato all’età di 93 anni e prima di andare ci ha voluto sorprendere lasciando una lettera d’addio:

Cari amici, mi spiace non essere più con voi dopo 70 anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi. Sono stati anni per me molto stimolanti che mi hanno portato a conoscere il mondo e la natura umana.
Soprattutto ho avuto la fortuna di conoscere gente che mi ha aiutato a realizzare quello che ogni uomo vorrebbe scoprire. Grazie alla scienza e a un metodo che permette di affrontare i problemi in modo razionale ma al tempo stesso umano. Malgrado una lunga malattia sono riuscito a portare a termine tutte le mie trasmissioni e i miei progetti (persino una piccola soddisfazione: un disco di jazz al pianoforte…). Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese.
Un grande abbraccio

Un saluto consapevole da uomo che ha fatto della scienza il suo baluardo da seguire, è in conclusione una esortazione a fare la nostra parte per il nostro paese, perché oltre il nostro esistere dobbiamo creare e progettare il nostro futuro.

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Di BeneSa