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La memoria è tutto. Nella memoria c’è la traccia del nostro vivere quotidiano, della nostra storia… e la canzone d’autore alla memoria deve tanta sua tradizione, alla storia così come a quel certo modo partigiano di mantenere in vita tutto questo. “Liberi e Forti” è il ritorno in scena di Sergio Borsato, cantautore di lungo corso… e di certo non sorprende trovarsi coccolati anche dal collaborazioni illustri come quella di Massimo Priviero e di Riki Anelli. Un suono americano, un modo folk che è narrazione oltre che libera melodia, dolcemente libera di planare su accordi maggiori e tramonti di romantici pellegrinaggi. È un vagare…

Dischi come questi li chiamerei partigiani. Oggi la memoria è praticamente un concetto abbandonato. Cosa stiamo diventando senza memoria e senza storia?
Beh….se non sai da dove vieni poi ti perdi, non hai futuro.

Senti dunque una responsabilità nel ripercorrere la storia? Nel fare appunto memoria?
Più che sentire la responsabilità lo ritengo un dovere morale.

Si può anche definire un disco politico questo?
Se lo mettiamo in scia dell’opera di Aristotele, la politica come insieme delle dottrine e dei saperi che hanno per oggetto questa specifica dimensione dell’agire associato, per un bene comune intendo, allora si; lo è.

Riki Anelli e Massimo Priviero: come e perché questa squadra? E sinceramente non mi stupisce…
Gli uomini che hanno idee si incontrano e si compensano. A volte le cose, come un buon Amarone, nascono per caso. E sinceramente…….non mi stupisco nemmeno io. Lavorare con artisti del Calibro di Riki e Massimo mi inorgoglisce.

La melodia è profondamente americana. I suoni anche… ma forse è vero che qui la scrittura musicale tout court lascia il posto alla parola e al suo messaggio?
Si, le sonorità sono americane, anche se meno “roots”e più “fruits”. La musica è entrata talmente tanto a far parte della nostra vita quotidiana che la sua presenza oramai è data per scontata. Fa da cornice agli eventi più importanti, così come nei gesti più semplici della vita di tutti i giorni. L’itinerario di parole, mai labirinto, qui, ci porta alla riflessione.

Un disco lontano dalle mode. Le nuove generazioni forse dovrebbero essere maggiormente interessate da queste canzoni… eppure penso che farà difficoltà ad arrivare a loro. Come vedi questo muro? Invalicabile? Vincono le mode liquide? Oppure la storia è ancora da scrivere in tal senso?
I ragazzi ci provano e quando riescono a dribblare l’inganno mediatico, si innamorano delle cose che hanno un senso. Purtroppo l’assuefazione rende deboli e il Main Stream fa di tutto per tenerli Zitti e Buoni. La storia siamo noi. Senza luce non distingui i colori e non hai opzioni…..scegli il nero. Anche se il nero rappresenta il tuo aguzzino. I muri son fatti per essere abbattuti, bisogna combattere il pensiero unico e lo puoi fare solo con la forza delle idee. Le mode passano, le idee restano e la storia non la puoi cancellare .