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Per una volta qualcuno viene a prendere l’acqua al mio mulino. No, non sto parlando di nuove ed incredibili avventure lavorative o di viaggi in terre inesplorate. Mi riferisco alla vicenda che ha accompagnato la decisione del Santos di non ritirare il numero 10 di Pelè. Spiegazione per i meno esperti. Quando un calciatore che ha fatto la storia di una squadra muore o si ritira, la dirigenza di questo club, molto spesso, prende la decisione di ritirare quel numero. Ovvero che nessuno può più metterlo sulla propria maglia. Ad imperitura memoria di quanto fatto dal campione.

Per Pelè, questo non accadrà. È la decisione è stata presa direttamente da O Rey, che quando era ancora tra noi, ha chiesto espressamente che non venisse presa questa decisione. Il Santos non ha fatto altro che rispettare la volontà di colui ha reso celebre in tutto il mondo questa squadra.

Nelle sue dichiarazioni Luciano Spalletti è andato controcorrente rispetto a questo si sente proferire normalmente

E sulla vicenda è intervenuto anche mister Luciano Spalletti, che ha plaudito a questa scelta, in quanto, secondo lui: “Se una maglia viene tolta vuol dire che quel numero non viene più visto. E questo secondo me è un errore. Non è mettendo la maglia nell’armadio o in una teca che si ricorda. E’ vedendola tutti i giorni su un calciatore che fa quello che chi non c’è più amava fare, me lo fa tornare in mente ancora di più. Fa venire la responsabilità di essere al suo livello. Quindi mettiamo quel numero in basso su tutte le maglie. Facciamo vedere che quella maglia era di Pelé”.

La presa di posizione di Spalletti non va presa alla leggera. È l’allenatore del Napoli ed in qualche modo va ad incocciare con la scelta del club partenopeo, che, nell’estate nel 2000, decise di ritirare il numero 10 di Diego Armando Maradona. Queste sono scelte che, personalmente, mi trovano d’accordo. Mancanza di rispetto per campioni come Maradona, Facchetti, Maldini, Zanetti, Baresi, Baggio, Riva, Bryant o recentemente Russell? Assolutamente no. E non voglio neanche fare show. Così come non ha voluto Spalletti. Sono del parere che se in casa hai una bella cosa, non sarebbe molto meglio valorizzarla al meglio, esibirla, ovviamente senza ridondanza?

Uno dei numeri più iconici della storia del calcio è il 10 di Diego Armando Maradona. Il Napoli l’ha ritirato in suo onore

Mi spiego meglio. Un bambino cresce e si appassiona alle cose guardando altri che lo fanno. Sogna di diventare un giorno un grande medico. Questo perché magari il papà, la mamma o uno zio svolgono questa professione. Nel caso del calcio, si avvicina e acquisisce nuove abilità guardando i campioni più talentuosi mentre giocano e mettono in mostra, come amiamo dire di questi tempi, le loro skills. Se sei giovane, hai grande voglia di raggiungere i più grandi traguardi, ma non hai delle guide sapienti, o hai il genio di Messi, di Maradona, di Pelè, altrimenti è molto probabile che la tua polvere di magia si bagnerà.

E allora perché togliere la speranza ad un giovane tifoso del Napoli di indossare la 10 di Maradona, ad un fan di Totti di essere il 10 della Roma oppure ad uno juventino di poter riportare i fasti di Del Piero, sempre con la 10? Si sta togliendo un sogno e nemmeno ce ne siamo accorti. Ovviamente poi le società devono stare ben attente a consegnare un numero pesante ad un calciatore di prospettiva.

Il caso del numero 10 di Paulo Dybala, oggi alla Roma, fece discutere ampiamente all’interno del mondo Juventus

Guardiamo ad esempio, quanto accaduto con Dybala alla Juventus. Dopo aver dimostrato di essere cresciuto e per non rischiare di perderlo, il club bianconero gli ha offerto la possibilità di indossare la maglia numero 10. E questo, probabilmente, potrebbe aver avuto un piccolo peso sulla discesa delle prestazioni della Joya. Il quale è diventato successivamente quasi un separato in casa ed alla fine prelevato dalla Roma. E naturalmente non si può continuare a ritirare numeri in quantità. Altrimenti fra 100 anni rischiamo di vedere giocatori in campo con la maglia 343, in quanto molte sarebbero state depennate. Anche quando andiamo dal dottore o a far la spesa, quando finiscono i numeretti, si riparte da zero.