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di Riccardo Bramante

Tra i cinque sensi che ci permettono di connetterci con la realtà circostante, l’olfatto ha costituito spesso l’ispirazione per numerose opere artistiche sia nella letteratura che nel cinema, da “Il profumo” di Patrick Suskind a “Scient of Woman” a sua volta remake dell’analogo film di Dino Risi con Vittorio Gassman.

Ecco ora che ritorna nelle librerie in nuovo formato anche il romanzo “L’odore” del drammaturgo Rocco Familiari, lavoro già rappresentato in teatro al Festival dei Due Mondi di Spoleto nel 2003 e poi tradotto in romanzo dallo stesso autore nel 2006, per i tipi di Marsilio editore, vincendo il “Prix du Premier Roman” a Chambery.

La trama si dipana attraverso la storia di tre personaggi: ‘Ntoni, detenuto condannato all’ergastolo e, perciò, senza alcuna speranza di poter riabbracciare sua moglie Maria a cui è fortemente legato fino all’ossessione; ‘Ndria, suo giovane compagno di cella ma con una lieve condanna che gli permette di uscire dal carcere per andare a lavorare all’esterno, e Maria, la moglie di ‘Ntoni a lui profondamente devota e pronta a soddisfare ogni suo desiderio. Da questa ambigua situazione nasce il progetto di ‘Ntoni di ritrovare il calore della propria moglie attraverso ‘Ndria che costringe ad incontrare la donna ed avere rapporti intimi con lei per poter rivivere, almeno attraverso l’odore degli amplessi che questi riporta in cella, la presenza di lei.

E’ così l’odore il protagonista vero di tutta la storia perché è ciò che unisce marito, amante e moglie in un rapporto di “amore per interposta persona” (non a caso analogo titolo di un successivo romanzo di Familiari) in cui ‘Ndria deve essere solo il mezzo, lo strumento di collegamento tra i due coniugi forzatamente separati.

Ma l’imprevisto accade quando ‘Ndria esce dal semplice ruolo di  “messaggero dei sensi” e si innamora veramente della donna fino a metterla incinta e a determinare l’epilogo tragico della storia in cui, in definitiva, sono perdenti tutti i protagonisti, da ‘Ntoni che viene ucciso (o, meglio, si fa uccidere) durante una rissa in carcere, a ‘Ndria che uscito dalla detenzione non trova più la sua amata Maria, la quale, a sua volta, sparisce nel nulla insieme al neonato che lei continua a considerare come un figlio di ‘Ntoni perché (ed ecco un altro tabù che viene rotto) non sempre un legame fisico con un altro può considerarsi adulterio.

Il tutto è narrato con un linguaggio che ben si adatta ai personaggi e alle situazioni, ruvido, concreto ed essenziale in cui la provenienza dell’autore dalla struttura teatrale si ritrova nel concitato susseguirsi dei dialoghi senza alcun cedimento al sentimentalismo ma procede incalzante per tutte le pagine tenendo avvinto il lettore fino all’amara conclusione.