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Firenze. Si è svolta la cena di gala all’interno della splendida Villa Viviani a Firenze, organizzata dall’Associazione Lions Pitti presieduta da Paolo Simoncini, per presentare un interessante progetto, una strategia innovativa contro il morbo di Parkinson, nella quale si prevede un percorso personalizzato di pugilato senza contatto durante il quale il paziente viene sottoposto a sedute di movimento aerobico – per cui senza fatica – che ha il vantaggio di stimolare anche la neuroplasticità, come dimostrato recentemente dagli studi sulle malattie neurodegenerative.

Una toccante testimonianza è fornita da un paziente affetto da Parkinson, Giorgio Andalò, che segue i corsi e ne trae beneficio, che ha raccontato con quanto entusiasmo si misura con gli esercizi, segue gli esempi dei maestri, in pratica si cura….divertendosi.

Il Parkinson è una malattia neurodegenerativa, ad evoluzione lenta ma progressiva, che coinvolge principalmente le funzioni del controllo dei movimenti e dell’equilibrio. La malattia fa parte ed è la più frequente del gruppo di patologie definite “Disordini del Movimento”. I sintomi del Parkinson sono forse noti da migliaia di anni: una prima descrizione sarebbe stata trovata in uno scritto di medicina indiana databile intorno al 5.000 A.C. ed un’altra in un documento cinese risalente a 2.500 anni fa. Il nome è legato però a James Parkinson, un farmacista chirurgo londinese del XIX secolo, che per primo descrisse gran parte dei sintomi della malattia nel libretto intitolato il “Trattato sulla paralisi agitante”.

La “boxe senza contatto” come nuova metodica riabilitativa che fa emergere l’importanza di misurare l’efficacia della riabilitazione per il Parkinson anche a distanza. Infatti, sotto la supervisione del maestro Davide Recati viene praticata due volte la settimana alla Pugilistica San Giovanni un’attività motoria dedicata a persone affette da Parkinson  che, con i necessari adattamenti, ricorda l’allenamento di un pugile.

Pugili che, dopo aver seguito uno stage di preparazione, entrano a pieno titolo nel Team della Pugilistica San Giovanni, presieduta da Gerardo Burchi,  nella quale, grazie alla strategia innovativa importata dagli States, si allenano e si curano i malati di Parkinson.

“Come riporta il recente studio dell’Università di Indianapolis, pubblicato su Physical Therapy, una ginnastica specifica migliora la qualità di vita di pazienti affetti dal morbo di Parkinson anche di grado medio-grave. L’attività fisica di una certa intensità aiuta a rallentare la progressione della malattia” spiega Gerardo Burchi Presidente della Pugilistica San Giovanni.

 

“L’esercizio fisico è sempre di più riconosciuto come un’importante terapia complementare nella gestione della malattia di Parkinson. Grazie ad una mirata ginnastica che in qualche modo si richiama all’allenamento del pugilato (sport tra i più completi), si sviluppano la coordinazione dei movimenti, soprattutto tra braccia e gambe, e l’armonia muscolare. È una disciplina utile per il miglioramento di certe qualità che spesso si perdono sia per l’età che, appunto, in occasione di malattie neurodegenerative.

Servono due sedute settimanali per almeno due mesi per vedere i primi risultati, come spiega l’Avvocato Lapo Bartalucci legale e componente del CDA dell’Associazione Il rallentamento della malattia rende la vita quotidiana più agevole: i pazienti sono in grado di muoversi e camminare in modo migliore, con più equilibrio. La stampa ha iniziato a seguire questa nuovissima disciplina e, come Pugilistica, ci attiveremo per coinvolgere altre città.

E anche dal punto di vista psicologico si hanno dei miglioramenti” spiega ancora Bartalucci “Il paziente si allena divertendosi: gli esercizi diventano quasi un gioco e durante la lezione il paziente quasi si dimentica la malattia, sentendosi inserito in una palestra frequentata da tanti atleti”.

Allenamenti di pugilato senza contatto per contrastare i sintomi del Parkinson.

 

Strategia innovativa arrivata dagli USA e messa in campo dalla Pugilistica San Giovanni  con istruttori di boxe, appositamente formati, per limitare i danni di una malattia degenerativa che solo in Toscana conta oltre 20.000 casi, dei quali 2.000 a Firenze.

 

Un morbo che irrigidisce progressivamente i muscoli, rendendo difficili i movimenti e la parola e che ha colpito anche personaggi famosi come  l’ex campione dei pesi massimi, Muhammed Alì.

E proprio dalla boxe,  uno degli sport più antichi e anche uno dei più completi, arriva oggi un prezioso aiuto per rallentare il corso della malattia, sport che sviluppa coordinazione dei movimenti, equilibrio, riflessi, ed elasticità dei muscoli, caratteristiche utili per migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti dalla malattia degenerativa del Parkinson.