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Spoleto, la cittadina è animata da numerosi turisti, passeggiando lungo il percorso fino a Piazza del Duomo, dove si trova la larga scalinata, si giunge all’incantevole Duomo. Sulla destra l’ingresso di Casa Menotti. Giancarlo Menotti (1911-2007) deve essere considerato un musicista completo e prolificissimo. in quanto si dedicò sia alla composizione di musica strumentale, sia a quella vocale ed operistica.

Riguardo alla prima, abbiamo numerose e pregevoli opere per pianoforte, composizioni per quartetto d’archi, una interessantissima “Pastorale e danza” per pianoforte e orchestra d’archi, alla cui prima il pubblico poté ammirare – come unica volta – lo stesso Menotti in veste di pianista. Da menzionare anche le “Sei composizioni per carillon” (nate in Florida tra il 1930 e il 1931) scritte per il maestro campanaro Anton Brees. E poi ancora un concerto per pianoforte e orchestra, il poema sinfonico “Apocalypse”, un concerto per violino e orchestra, altra musica per piccoli insiemi strumentali, una sinfonia. Negli anni ottanta nasce anche un concerto per contrabbasso e orchestra e, come ultimo lavoro strumentale, il Ricercare per organo, commissionato all’autore dall’Associazione degli organisti americani.

Possiamo considerare lo stile di Menotti come una interessantissima sintesi tra il mondo classico e la ricchezza timbrica e tonale dei tempi moderni.

Ed è proprio a Casa Menotti che è stato organizzato un evento per la presentazione del libro a lui dedicato, scritto in tandem da Luca Filipponi e Antonio Moccia. Anche io sono presente in qualità di commentatrice musicale (con la mia voce), e come docente di pianoforte (con due mie piccole allieve).

Tutto è allestito nel salottino al terzo piano, dove il perimetro della piccola stanza è arredato con sedie per gli ospiti, teche, leggii. Di lato un bello Steinway a mezza coda che “aspetta impaziente”. Avvicinandosi alla finestra e  guardando fuori, si vede il Duomo!  Affacciarsi, osservare quello scorcio, contribuisce ad accrescere l’emozione di trovarsi in quel luogo. Tanto più con la prospettiva di suonare su quel pianoforte!

Numeroso il pubblico che arriva alla spicciolata. C’è un bel caldo che fa dimenticare l’aria esterna umida e uggiosa Tutto è pronto e inizia l’evento dedicato a Giancarlo Menotti un uomo che amava la Scozia e la sua Spoleto. Vengono raccontati fatti e aneddoti relativi al protagonista del libro, che fondò anche uno dei più prestigiosi festival internazionali creati in Italia. Una tra le eccellenze italiane più prestigiose, che per tanti anni fu polo di attrazione per le étoile di tutto il mondo che vi accorrevano per presentare i loro progetti e le loro performance d’avanguardia.

Giancarlo Menotti seppe portarlo dagli Stati Uniti, creando dal nulla una straordinaria sinergia artistico musicale tra l’America e l’Italia.  Spoleto fu la città prescelta come luogo privilegiato, baciato dalla fortuna, culla di questa grandiosa manifestazione, definita – altrettanto grandiosamente – “Il Festival dei due mondi”.

Al di là della vasta e significativa produzione appena menzionata, Giancarlo Menotti, è passato alla storia della musica soprattutto come operista e autore di musica vocale. L’opera, infatti, restò il focus della sua produzione.
Ha scritto più di una ventina di opere liriche e buffe. Poi drammi musicali, musiche di scena, tre balletti, e – cosa non comune – numerosi melodrammi scritti appositamente per ragazzi.
Un vero colosso della nostra storia della musica contemporanea, non adeguatamente conosciuto.

La pregevolissima lettura del capitolo del libro “Spoleto non è un safari” – il discorso-manifesto di Giancarlo Menotti- da parte dell’attore Stefano De Maio, rende – per tutti i convenuti – il pomeriggio ancor più vibrante ed emozionante. De Maio regala anche un bellissimo monologo sul Capodanno dal punto di vista di chi il Capodanno non lo fa perché deve lavorare. Negli anni, la mirabile opera di Giancarlo Menotti è andata purtroppo gradualmente distrutta, per l’incapacità di amministrarla.  Spoleto deve dunque recuperare credibilità e prestigio internazionale riguardo al Festival creato dal grande Menotti. Bellissima in ogni modo la visita alla casa del fondatore, per rivivere ciò che seppe creare.

Un tocco natalizio a conclusione dell’evento, grazie alla musica e due due allieve della scuola di pianoforte di Emanuela Mari. Un tocco di freschezza ed ottimismo per il tempo delle loro impeccabili esibizioni. Finiamo così, con un “largo ai giovani”, tanto per restare nella filosofia del grande Menotti. Si ritorna a casa piacevolmente arricchiti e ricolmi di bellezza negli occhi e nelle orecchie.

Di Rima