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Dal 16 dicembre è in rotazione “Perdersi” il nuovo singolo cantautore, musicista polistrumentista Pietro Falco, una canzone che racconta un insieme di pensieri, immagini sparse che fanno riferimento ai cambiamenti, alla crescita, alle storie finite, alla vita vissuta e immaginata, presente o passata.

Guarda qui il video

Il brano è già disponibile in digitale su tutte le piattaforme, così come il videoclip girato nel centro di Roma. Per conoscerlo meglio, gli abbiamo fatto qualche domanda per Seven News Italia.

Com’è nata la tua passione per la musica e quali sono gli artisti che hanno maggiormente influenzato il tuo percorso artistico?

Ciao! A casa avevamo un bellissimo pianoforte a coda, mi sono seduto e mi sono innamorato della musica. Poi sono passato alla chitarra e ho cominciato ad ascoltare tantissimo Rock e Blues.
Grazie ai Red Hot Chili Peppers ho scoperto la musica funky, ma nel frattempo ascoltavo Battisti, Bennato e tutti gli esponenti della scuola romana e bolognese.

Quando hai iniziato a sentire la necessità di raccontare la tua vita in musica?

Come dicevo, avendo ascoltato sempre i cantautori italiani, nella mia testa c’è sempre stata questa cosa di voler scrivere le mie canzoni. Per me la scrittura è terapeutica. Ho anche dei progetti puramente musicali, ma non mi sento mai appagato al 100%.

Qual è il tuo primo ricordo legato alla musica?

A parte il pianoforte di cui sopra, ricordo la scomparsa di Lucio Battisti. Tutte quelle trasmissioni, quelle canzoni bellissime cominciarono ad entrare nella mia testa e da lì ho capito cosa avrei voluto fare da grande.

Parliamo del tuo nuovo singolo “Perdersi”. Quali sono i temi trattati e cosa ti ha spinto a scegliere questo titolo?

Perdersi è un insieme di pensieri di un trentenne che comincia a fare il bilancio della sua vita.
Cambiamenti, perdite, conquiste, cadute, amici di una vita che cominciano a sposarsi, storie d’amore passate, in pratica tutta la vita.
Ho scelto il titolo “Perdersi” perché può essere riferito genericamente ai rapporti, ma anche a se stessi. Ci si perde e ci si ritrova tante volte nella vita.

Come artista, quanto è importante la ricerca e la sperimentazione di nuove sonorità?

Per me è tutto. Vengo da diversi singoli in cui ho messo insieme diversi generi. Continuerò a farlo in altri modi, anche perché se facessi sempre la stessa cosa soffrirei tanto.
Mi piace mischiare analogico e digitale, elettronica e dita consumate sugli strumenti.

Qual è l’insegnamento più importante che hai appreso fino adesso dalla musica?

Che solo essendo pienamente sinceri si può arrivare anche agli altri.

Qualche novità che vuoi condividere, in anteprima, con i nostri lettori?

Nel prossimo anno ci saranno altre canzoni… Non potrei stare senza! A presto.