di Riccardo Bramante
I fiori e le nature morte hanno sempre suscitato un grande interesse tra poeti ed artisti, dalle prime rappresentazioni simboliche dell’antico Egitto e dell’antica Roma fino ai tempi più recenti, quando, perso ogni significato recondito, divengono semplice piacere visivo dagli Impressionisti fino ad Andy Warhol con i suoi “Flowers” del 1964.
Proprio a questi soggetti si rivolge Pieter Wagemans, pittore nato nel 1948 vicino ad Anversa in Belgio, ad un passo dal confine con l’Olanda; ed è proprio rifacendosi all’eredità dei grandi maestri fiamminghi ed olandesi del XVII secolo che fin da giovane intraprende la difficile arte della pittura ereditando la vena artistica dal padre fino a divenire uno dei maggiori interpreti della pittura realista contemporanea.
Diplomatosi alla Royal Academy of Fine Arts di Anversa Wagemans si ispira ai vecchi maestri del secolo d’oro olandese Willem Claesz Heda e Rachel Ruys senza, peraltro, dimenticare gli insegnamenti di più noti artisti quali Brueghel il Vecchio e Osias Beert.
Di sè dice:” Nella pittura tradizionale ogni artista ha alcuni soggetti più vicini al suo cuore; per me questi soggetti sono i fiori, i ritratti e le nature morte”.
Infatti in ogni sua composizione floreale si trova un perfetto equilibrio degli effetti della luce e la ricerca di cogliere il fiore all’apice della sua crescita e, quindi, della sua bellezza, trascurando del tutto la pittura dei fondali che sono sempre di colore uniforme per meglio far risaltare il soggetto dipinto che in tal modo acquista una sua elegante armonia a cui si accompagna una scrupolosa ricerca del dettaglio mai fine a se stessa ma indispensabile componente del tutto.
Accolto favorevolmente dai maggiori mercati d’arte esteri, Wagemans ha una esposizione permanente sia in Belgio che in Olanda e ha tenuto mostre in Gran Bretagna, Stati Uniti, Francia, Germania, India e Taiwan riscuotendo ovunque grande successo e vincendo numerosi premi.