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Petrolini e il “Sorprendere esilarando” futurista, furono di certo le espressioni più originali e rilevanti del teatro italiano dei primi del 900.

Ettore Petrolini

Circa un anno fa, nel mio penultimo spettacolo, misi in scena un insieme di numeri volutamente sconnessi (o non troppo legati tra loro) che dovevano rifarsi al nostro glorioso avanspettacolo delle origini. Non a caso si partiva con il ricordo di Ettore Petrolini, l’avanguardia del non sense moderno, l’emblema codificato del salto “di palo in frasca” completamente demenziale.  Appunto.

Petrolini, durante la sua purtroppo breve vita, ricevette approvazione e riconoscimenti da parte di quel Movimento futurista di cui Filippo Tommaso Marinetti fu il fondatore, pur non condividendone completamente le sorti. In uno dei suoi celebri sonetti, infatti, irriverentemente così recitava:

Marinetti è quella cosa
Che facendo il futurista
Ogni sera fa provvista
di carciofi e di patat

Un piede dentro e uno fuori, al Movimento insomma, come si conviene a un artista puro!

Marinetti e De Angelis avviarono il Teatro Futurista

In questo articolo, dunque, vorrei scrivere proprio sul teatro futurista, visto che non se ne sa poi così tanto. Nel 1921 Filippo Marinetti insieme a Rodolfo De Angelis (nome d’arte di Rodolfo Tonino) dettero vita alla Compagnia futurista e al Teatro della Sorpresa. Si trattava, più che altro, di un laboratorio di follia pura, che volle attuare, ampliandoli, i contenuti de “Il Manifesto”.

Teatro Futurista Marinetti

Debuttò il 30 Novembre di quell’anno al teatro Mercadante di Napoli. Ovviamente lo spettacolo, anzi gli spettacoli, miravano a stravolgere completamente le regole di rappresentazione tradizionali. Non c’era una sola commedia divisa in tre o quattro atti, bensì una trentina di commedie di circa tre minuti l’una.

Gli attori principali declamavano una sola battuta di pochi secondi o, addirittura, si presentavano sulla scena solo alla fine, in silenzio, mentre il sipario si chiudeva. Nella buca del suggeritore c’era invece il dimenticatore che doveva distrarre gli attori in scena, urlando battute in controtempo, o indicando movimenti completamente fuori dal contesto narrato. Gli orchestrali erano tra il pubblico col preciso ruolo di disturbare l’ascolto della platea. In sostanza, come ogni sera il fondatore ricordava al pubblico, il Teatro della Sorpresa doveva “esilarare sorprendendo”.

Soltanto un anno dopo, e precisamente la sera della marcia su Roma, le camicie nere imporranno la definitiva sospensione di questi spettacoli demenziali. Il teatro futurista terminò la sua breve vita, e Rodolfo De Angelis, mantenendo la sua connotazione di autore fuori dagli schemi, passò a dedicarsi alla composizione di canzoni satiriche e umoristiche.

Mi va di ricordare, tra tutte, la celebre “Ma cos’è questa crisi”, scritta nel 1933 ma di una attualità sconcertante. E’ stata riproposta recentemente anche da Morgan nel suo repertorio live. Sicuramente oggi meriterebbe il primo posto in classifica tra i brani più venduti o scaricati da Internet. Se ancora non l’avete mai sentita, vi consiglio vivamente di ascoltarla. E’ un elemento in più che ci conferma quanto l’eredità futurista sia stata “seme” per ogni aspetto dell’arte dal 900 in poi.

Di Rima