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Una foto può dire più di tante parole? O di tanti discorsoni? (Scusate, citazione ad una pubblicità che viene diffusa dappertutto in questi giorni). Assolutamente sì. Spesso lo si dice, quando sei in confidenza con qualcuno e magari il tuo interlocutore non spicca per intelligenza. “Ma quando apri i giornali guardi solo le figure?”. Ed infatti anche il mondo odierno è basato molto su questo fattore. Basti vedere Instagram, che è un esempio calzante. Ma anche gli altri social, a partire da Facebook, dimostrano quello che è partito come un teorema.

Ma di quale foto stiamo parlando? 27 dicembre, il campionato di serie A di basket prosegue anche nel corso delle festività di fine anno ed a Pesaro arriva una delle due migliori squadre d’Italia, la Virtus Bologna. Facile attendersi il pubblico delle grandi occasioni. Ma qui si va decisamente oltre. 10mila spettatori per una città di 90mila abitanti, cose da pazzi. Neanche in Argentina per festeggiare il Mondiale c’è stata una presenza così massiccia della popolazione. Ma aspettate un attimo.

Siamo solo a metà stagione, Pesaro non vince uno Scudetto da 32 anni, non porta a casa una Coppa Italia da 30 anni ed una coppa europea da 39. Voglia di lottare per i piani alti della Lba? Ma dai, non ce l’ho un emoticon con la risata da mettere. Negli ultimi 18 anni i marchigiani non sono mai stati nelle prime cinque. Pesaro ha un misero 34% di vittorie se prendiamo in esame le ultime 10 annate. I successi della squadra sono rimasti totalmente al passato. Forse avrete sentito parlare dei tanti successi della Scavolini Pesaro, in un’epoca in cui l’azienda di mobili da cucina era a conoscenza di tutti, anche per la campagna pubblicitaria che vedeva Lorella Cuccarini come testimonial.

Una foto storica della Scavolini Pesaro

Nei racconti di Tranquillo-Buffa si parla di quella storica realtà, di come riuscisse ad inviare tantissimi giornalisti a seguito del quintetto in trasferta, anche a Milano, equiparando quasi il numero dei cronisti che erano lì per l’Olimpia (o Armani, come diciamo adesso). Tra l’altro in un territorio, come quello delle Marche, che si dà da fare per le cucine, basti pensare alla storia Lube Civitanova, regina della pallavolo maschile, i cui giocatori vengono soprannominati i “cucinieri”.

Tornando al basket: tutto bello, tutto sfavillante, ma ci sono 18enni che la Pesaro che ha fatto la storia l’hanno vista solo negli archivi. E il fatto che, nonostante tutto quello che è stato detto, migliaia di persone abbiano voluto stare vicino alla Vl (il nome ufficiale della squadra), fa veramente pensare e applaudire. Non regge neanche il discorso della rivalità. Tra Pesaro e le due formazioni di Bologna, sia la Virtus che la Fortitudo, c’è una rivalità che ha durata pluridecennale, in quanto lottavano per i posti che contano.

Una fase di gioco della partita, con il match winner Marco Belinelli

Ma se ti sei abituato a perdere contro di loro, soprattutto con la Virtus che ha una corazzata e punta a far bene sia in Italia che in Europa, che cosa vuoi fare? Ed infatti alla fine, nonostante il cuore e l’anima messa in campo dei pesari, hanno vinto le V nere.  A decidere il confronto è stata una bomba alla fine dell’ex campione Nba Belinelli. Pesaro ha dimostrato di esserci sempre, anche nei momenti più bui, anche ora dove sempre più spesso ci sono squadre che vengono costruite, ma che non durano più di un biennio.

Gianmarco Tamberi e Massimo Ambrosini in tribuna a trepidare per la loro squadra

In tribuna due perni dello sport di Pesaro, come il saltatore Gianmarco Tamberi e l’ex calciatore del Milan, Massimo Ambrosini, due pesaresi che, nonostante i loro successi, hanno sempre affermato il loro attaccamento alla Vl e in generale al mondo della palla a spicchi. Un tecnico come Jasmin Repeša è di quelli che creano interesse e seguito. Carlos Delfino è un highlander della serie A e fa affezionare al team anche i più giovani, che hanno bisogno di avere qualcuno a cui ispirarsi. Sono fortemente a favore della costruzione di squadre che abbiamo un gran numero di ragazzi provenienti dalla linea verde. E non solo perché mancano i soldi o per far vedere che sono bravo. Deve essere proprio un marchio di fabbrica, condizione imprescindibile.

Jasmin Repeša, 61 anni, allenatore croato, tecnico della Vl Pesaro, alla sua settima esperienza in Italia

Ma in ogni gruppo, anche quello più votato alla linea verde, servono 2-3 elementi di esperienza. Senza guide non vai avanti. Corri, corri, ma vai fuori strada oppure prendi il percorso più lungo. Come ama fare ogni tanto il navigatore di Google, ma questa è un’altra storia.

E torniamo al discorso dal principio. Che meraviglia può essere lo sport, che meraviglia può essere il basket. Stare vicini ad una squadra e coltivare la propria passione, al di là della questione risultato. Ed è incredibile cosa possa fare una foto. Ad esempio quello scatto mi ha convinto di parlare della cornice di una partita di basket italiano, anziché della scomparsa di Pelè oppure delle reazioni allo speciale su Sofia Goggia, che dimostra sempre più di essere capace di azioni quasi ultraterrene.