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Se non avessi avuto l’illuminazione, questa settimana avrei dovuto lanciare i dadi per decidere quale argomento affrontare. Ma stuzzicava molto entrare nei meandri dell’Europeo di ginnastica artistica a Monaco di Baviera, che nei giorni scorsi ha visto protagoniste le femmine. In questi giorni, invece, sarà la volta dei maschi, messi a dura prova delle defezioni forzate di Marco Lodadio e Salvatore Maresca. E l’Italia ha portato a casa molti chili in più nelle valigie del volo di ritorno. Non per un’eccessiva spesa di stecche di cioccolato al bazar dell’aeroporto, ma per le tante medaglie vinte in pedana.

Martina Maggio e l’astro nascente Angela Andreoli festeggiano i loro successi nella gara a corpo libero

Martina Maggio, Giorgia Villa, Angela Andreoli, ma le storie che hanno incuriosito più gli italiani sono state quelle di Asia e Alice D’Amato. Asia ha fatto l’exploit in terra tedesca, vincendo nell’all around, ovvero la competizione che riunisce i quattro attrezzi del femminile, ovvero corpo libero, volteggio, trave e parallele. Le azzurre non arrivavano a questi livelli dai tempi della prima Vanessa Ferrari. Gemelle in mostra anche nelle finali di specialità, argento per entrambe: Asia al volteggio e Alice alle parallele. Con un piccolo particolare. Asia nell’ultimo salto ha subito un brutto infortunio al malleolo, che l’ha costretta addirittura a recarsi ad una visita di controllo immediata e a non poter presenziare alla premiazione.

Le gemelle Asia e Alice D’Amato festeggiano i loro successi. Dopo aver iniziato a Genova con l’Andrea Doria, sono esplose con il body della Brixia

Alice neanche festeggia il suo argento, sembra smarrita e pensa solo al destino della sorella. È proprio vero che i gemelli vivono in simbiosi per tutta la vita, come se vivessero in un corpo unico, tipo i siamesi. Smarrimento che ho avuto un po’ anche io quando ho guardato gli highlights dell’all around su RaiPlay. Invece dell’esibizione dell’oro di Asia è stato messo l’esercizio di Alice che lottava per il settimo posto. Classe 2003 genovesi, in una Liguria che secondo me è la regione più strana per movimento sportivo, che latita in sport come basket, pallavolo o rugby, mentre stradomina nella pallanuoto.

Le D’Amato si sono poi trasferite a Brescia per militare nella Brixia, dove sono poi passate tutte le atlete più importanti a livello nazionale degli ultimi anni. Vanessa Ferrari compresa. Martina Maggio si è saputa prendere una rivincita con il suo bronzo. Giorgia Villa è tornata a livelli importanti dopo aver dovuto saltare le Olimpiadi di Tokyo per un brutto infortunio. Le lunghe pause a causa dei problemi fisici nella ginnastica artistica sono, purtroppo, una notizia che ricorre, in quanto parliamo di una disciplina che sollecita molto i muscoli e che richiede tanto sacrificio. A partire dalle 6-7 ore di allenamenti giornalieri, con dedizione ammirevole per prevenire qualsiasi tipo di infortunio.

Le vincitrici dell’all around: Martina Maggio (21 anni), Alice D’Amato (19 anni), Asia D’Amato (19 anni), Giorgia Villa (19 anni), Angela Andreoli (16 anni)

Menzione speciale per Angela Andreoli, che a soli 16 anni è salita alla ribalta internazionale senza un briciolo di paura. E così l’Italia ha portato in giro per il mondo i suoi talenti nella ginnastica artistica: bravissime, fortissime, biondissime, vincenti, arruolate in Polizia, dai volti imperturbabili come campioni del poker, dritte, orgogliose e sorridenti come si dice in questi giorni, assi incontrastati della Brixia che da un decennio fa bottino pieno in Italia. Vengono soprannominate le Fate, quasi una risposta alle Farfalle della ginnastica ritmica. Io le considero più le Avengers, per la qualità e la quantità di risorse a disposizione.

Ma perché ho scritto “nemiche” amatissime nel titolo, citando la trasmissione televisiva che ha suggellato la definitiva pace tra Heather Parisi e Lorella Cuccarini? Il motivo va confessato. C’è che io, quando si gareggia in Italia, le Fate le gufo. Sì, spero che non riescano a raggiungere i massimi risultati. Naturalmente non voglio che accadano cose brutte, visto che è sempre valido il discorso fatto sopra, ma se nei punteggi ci fosse qualche decimale in meno, non sarei certo scontento.

Poi ovviamente quando indossano il body dell’Italia sventolo il bandierone come tutti. Ma nei campionati tricolori le gufo. Tifo e seguo molto da giornalista le vicende del Civitavecchia, che negli ultimi anni è stata la principale avversaria delle campionesse, tanto da essere definita l’anti-Brixia. Nella mia inutilissima carriera ho preso il microfono tante volte per commentare una retrocessione o qualcosa andato a male, molte meno per parlare di grandi successi. E molte di queste soddisfazioni me le ha date il Civitavecchia (o se preferite l’As Gin, come viene chiamato in città). Ma uno scudetto mai.

Tanti successi anche per la Nazionale Juniores, formata da Viola Pierazzini, Arianna Grillo, July Marano, Martina Pieratti e Chiara Barzasi

A Monaco ha festeggiato, tra le Juniores, July Marano, che ha incantato il pubblico tedesco, così come le sue compagne di nazionale, ed ha vinto un oro e un bronzo. Ma uno scudetto mai. Soprattutto se in semifinale perdi dopo aver avuto quattro punti di vantaggio… ma queste sono cose mie private. Sì, lo so, sono una cattiva persona. Lo sport, purtroppo, è anche questo. Naturalmente con i dovuti paletti, senza mai andare oltre. Avere un rivale, quindi un’asticella da raggiungere, è una cosa positiva per migliorarsi e raggiungere il massimo.