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La musicoterapia, fondamentalmente, è ristabilire l’equilibrio di una persona attraverso le onde sonore (per il corpo) e attraverso timbri, effetti sonori e modi armonici per il cervello e le emozioni.
Il nostro corpo è un radar in grado di ricevere e trasmettere informazioni dal e al mondo circostante. È l’entità fisica che impatta per prima l’ambiente.

Nel corpo si manifestano gli effetti delle nostre emozioni e col corpo le comunichiamo. Nella realtà delle cose, pur possedendo una razionalità che ci contraddistingue dagli altri animali, di fatto interagiamo tra di noi principalmente attraverso il corpo.

Ad esempio, il nostro linguaggio verbale acquista un significato assai diverso, a seconda di come l’atteggiamento del nostro corpo lo accompagna. Dirò di più: molte volte capita che la persona che abbiamo davanti stia affermando qualcosa, mentre i movimenti e il gestire del suo corpo stiano clamorosamente smentendo il suo verbalizzato! Infatti, a meno che non si possegga una forma di autocontrollo sul corpo assai elevata, quest’ultimo esprime sempre i reali pensieri di chi lo abita.

Lo psicologo statunitense Albert Mehrabian (vivente) afferma che nella comunicazione tra due persone, l’attenzione di chi ascolta va distribuita per il 7% alle parole, il 38% all’intonazione, ben il 55% al linguaggio del corpo!
Durante i miei anni di insegnamento, ho notato, purtroppo, che molti bambini e ragazzi pur se mediamente normodotati, non abbiano una adeguata coordinazione psico-motoria, soprattutto riguardo al controllo dei movimenti più complessi. Strano, mi viene da pensare, a quelle età il cervello dovrebbe essere efficientissimo! Nella realtà non è così, purtroppo.

Poi, con una più approfondita conoscenza ho scoperto, ahimè quasi inesorabilmente, lentezze nell’apprendimento generale, irrequietezza, difficoltà a seguire determinati processi logici. Per contro, tutto ciò è quasi assente nei ragazzi che praticano sport con regolarità.

Che vuol dire? È la dimostrazione ulteriore dell’importanza della conoscenza e padronanza della propria “prima casa”. E’ l’assunto da cui scaturisce il corretto rapporto con noi stessi, gli altri, l’ambiente.
E la musicoterapia come si pone in tutto ciò? Essa lavora moltissimo sul corpo, ed è evidente il fatto che l’operatore debba conoscerlo e saperlo usare perfettamente.

Esso è il primo e più preciso strumento di verifica del cliente che gli è davanti. Un operatore carente su questo punto focale, rischia di scambiare le proprie emozioni con quelle dell’altro, vanificando o addirittura peggiorando gli esiti della propria azione terapeutica.

Il suo lavoro è delicatissimo e di grandissima responsabilità. La musica e i suoni, infatti, sono in grado di oltrepassare la razionalità ed entrare direttamente ( io dico “via pancia”) nel mondo emozionale.

Un operatore che non sappia “leggere” gli effetti di suoni, ritmi e musiche attraverso di sé, provocherà prima o poi danni, anche seri, a se stesso e a coloro che, con fiducia, si sono affidati alla sua professionalità.
Una musicoterapia sana, deve essere tutto questo.
Ripeto ancora: il corpo è il punto di aggancio alla vita.

Tutto il resto è dopo.

Di Rima