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Una Mostra “diffusa” a Parigi per celebrare i 60 anni della prima sfilata di Yves Saint Laurent.

di Riccardo Bramante

In occasione dei 60 anni della prima sfilata di Yves Saint Laurent, Parigi gli dedica una “mostra diffusa” che coinvolge, in contemporanea, sei dei principali musei della città.

Caratteristica dell’iniziativa è, soprattutto, quella di mettere l’accento sulla stretta liaison che ha sempre legato il grande stilista con il mondo dell’arte. Un dialogo avvenuto proprio attraverso l’arte tra le collezioni permanenti ospitate nei musei selezionati ed i suoi abiti che, in questo contesto, si muovono e vivono accanto alle opere d’arte.

Ecco, allora, la giacca del 1979 ispirata al “Portrait de Nusch Eluard” e l’abito dedicato al “Buste de femme au chapeau raye” al Museo Picasso, mentre, sotto l’orologio del Musée d’Orsay trovano posto gli abiti creati per il “Bal Proust”, al Centre Pompidou il celebre abito ispirato agli scacchi colorati di Mondrian e al Musée Yves Saint Laurent le creazioni che si rifanno a Braque e Van Gogh.

Avvincente e piena di incontri con personaggi dell’elite mondiale è la vita stessa di YSL. Nasce nel 1936 ad Orano, nell’allora Algeria francese, e si trasferisce a Parigi nel 1954 dove lavora presso la “maison” di Christian Dior diventandone il direttore artistico quando questi muore.

Agli inizi degli anni ’60 apre la propria casa di moda insieme al suo compagno di tutta una vita Pierre Bergé iniziando a creare abiti estremamente innovativi per l’epoca in cui elementi classici dei capi del guardaroba maschile sono interpretati al femminile: nasce, così, il tailleur-pantalone, lo smoking gli altissimi stivali e la sahariana.

“Le petit prince de la mode” (così viene definito lo stilista ) libera i corpi femminili dalle linee strette e rigide fino ad allora imperanti ed incontra il favore delle donne più celebri del momento, da Catherine Deneuve a Margot Fonteyn a Zizi Jeanmarie, mentre alle sue sfilate calcano il tappeto rosso le prime modelle di colore accanto alla supermodella Claudia Schiffer.

Con il successo, trasferisce la sede della “maison” nella più prestigiosa sede della Avenue Marceau, dove, accanto a modelli unici, mette a punto anche una linea di alta moda “pret-a-porter” che riscuote un grande successo commerciale insieme ad altri prodotti che crea, come profumi, cosmetici ed occhiali, spesso pubblicizzati da lui stesso con foto alquanto “osée” come quella fattagli nudo dal fotografo Jeanloup Sieff per la promozione del profumo “Homme”.

Per allargare i suoi orizzonti artistici, Yves va a cercare ispirazione in Marocco dove viene colpito dalle atmosfere e dai colori rosso, viola, verde dei caftani locali tanto da acquistare una villa a Marrakech, la Dar Es Saade (“abitazione della serenità”) dove soggiorna per lunghi periodi insieme al compagno Pierre Bergé.

Lui stesso è un grande appassionato d’arte e colleziona numerosi dipinti di autori del primo ‘900 nelle sue abitazioni private di Parigi a Rue de Babylone prima e alla Avenue Marceau, dopo, oltre che nella villa di Marrakech. Tutte opere che, alla sua scomparsa, vengono acquisite dalla Fondazione a lui intestata e raccolte al Musée Saint Laurent a Parigi e a quello sempre a lui dedicato a Marrakech.

La sua vita fatta di eccessi, invenzioni e provocazioni finisce  nel giugno 2009 a Parigi con la presenza alle esequie dei suoi amici di sempre, Valentino, John Galliani, Jean-Paul Gaulthier e dell’allora Presidente della Repubblica francese, Nicolas Sarkosy, accompagnato dalla moglie Carla Bruni.