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Oggi è con noi Davide Moscardelli. Forse vi ricorderete di lui per la sua esperienza nel calcio di serie A, forse per la sua popolarità sui social network, dalla sua foltissima barba passando per “Chiamarsi bomber”, oppure per i suoi magnifici gol. Iniziamo citando Troy McClure dei Simpson per presentare il nuovo ospite di Seven News, disponibilissimo e gentilissimo. Chiacchieriamo insieme di lunedì mattina, dopo il derby perfetto della Roma, che si è imposta sulla Lazio. Il bomber non ha mai nascosto il suo cuore giallorosso e la sua amicizia con Francesco Totti. Qui ci starebbe bene una battuta, ma la lascio fare a Davide.

Davide Moscardelli, 42 anni, in compagnia dello storico capitano della Roma, Francesco Totti. Moscardelli è stato anche vittima di uno scherzo delle Iene proprio in merito a Totti

“Ho accettato questa intervista perché sapevo come sarebbe finito il derby – inizia scherzando Moscardelli – è stata una grande gara per il gruppo di Josè Mourinho. Alla Roma è riuscito tutto, il gol iniziale di Abraham ha dato quell’impulso che ha cambiato le carte in tavola. I giallorossi erano decisamente in palla”.

Tra le esperienze del Mosca anche quella con il Bologna, dove è stato allenato da un certo Stefano Pioli, con cui ha stretto un bellissimo rapporto. Per anni Pioli con squadre di medio cabotaggio, ora guida la serie A con il suo Milan. Anche lui è finito nel pensiero approssimativo dei meme perché considerato un allenatore senza carattere e senza il pugno della situazione, ma la realtà ha detto altro.

Stefano Pioli, 56 anni. Allenatore del Milan, è stato al Bologna dal 2011 al 2014 ed ha allenato anche Moscardelli

“Mister Pioli sta facendo bene da tanti anni – riprende Moscardelli – i risultati del Milan sono frutto del suo lavoro. Sono contento di quanto sta facendo”.

E torniamo al Davide Moscardelli sotto i riflettori. La sua spensieratezza e la sua simpatia ci fanno capire che c’è troppa serietà intorno al mondo del calcio. Un po’ come ad inizio anni 90, quando, con la Gialappa’s Band, arrivò “Mai dire gol”, a dare un connotato diverso a quel pallone che rotolo sui fili d’erba. Scusatemi per l’inutile frasetta poetica e stantia.

“Dall’interno le situazioni vengono vissute in maniera particolare – spiega l’ex attaccante mancino – soprattutto a seconda dei momenti che si stanno vivendo. Quando le cose vanno bene, qualsiasi cosa gira al meglio. Quando invece vanno male, bisogna prestare attenzione a tutto, a partire dalla gestione dei social”.

Davide Moscardelli vanta 91 presenze e 12 gol in serie A. La squadra dove ha segnato più reti è stato l’Arezzo con 29 gol.

Non sono riuscito a trovare un momento preciso nel quale Moscardelli ha iniziato a diventare “personaggio” sui social al di fuori della sua carriera professionale calcistica (Davide perdonami, non ho trovato una parola migliore). Sicuramente la sua popolarità è salita di molto a partire dal 2014. Moscardelli diventa per tutti il bomber. L’accezione non è quella di “attaccante che segna molto”, ma qualcosa di più. Come far capire il significato di bomber ai lettori di Seven News? Avete presente come viene visto Vittorio Sgarbi nel mondo dell’arte, senza dargli colori positivi o negativi?

Ecco, avete potuto capire, almeno spero, cosa significa essere “bomber” sui social al giorno d’oggi. Pensate che qualche anno fa Bobo Vieri, Nicola Ventola e Lele Adani ci hanno creato su una canzone, che ha fatto da precursore al canale Twitch che ha coinvolto anche Antonio Cassano. Onestamente devo dire che vedere il grande Adani passare da un brano scanzonato alla compostezza dei salotti sportivi Rai fa un certo effetto.

“La mia foltissima barba ha contribuito al mio successo – spiega Moscagol – ed ha aiutato la gente a vivere con più leggerezza il calcio. Sappiamo quanto sanno essere potenti i social. Io non ho fatto niente per arrivare a questa popolarità. Ho saputo stare al gioco e sto continuando a giocare con post e stories che esulassero dal calcio. Arrivare a grandi numeri social è difficile, ma è ancora più difficile rimanere sulla cresta dell’onda. La ricetta è essere sé stessi”.

Davide Moscardelli esulta dopo il gol realizzato in Chievo-Napoli 2-0 del 2 febbraio 2011

Moscardelli ha vestito anche la maglia del Chievo Verona. Realtà di periferia della città di Romeo e Giulietta, ha disputato tanti campionati di serie A, giocando anche nelle Coppe Europee. Ma ora ci sono solo le briciole: il presidente Luca Campedelli ha smobilitato la prima squadra e lo storico capitano Sergio Pellissier ha voluto in qualche modo ricrearlo con la Clivense, ricominciando dalla Terza Categoria.

“Con i mussi volanti (gli asini volanti, perché i tifosi rivali dell’Hellas dicevano che il Chievo sarebbe andato in serie A solo quando gli asini avrebbero imparato a volare) ho vissuto i miei momenti più belli – riprende Moscardelli – dove ho esordito in A e dove ho fatto il mio primo gol. Verona è una città bellissima, dove sono tornato. Ho tanti bei ricordi, non solo dal punto di vista sportivo. È veramente un peccato, era il sogno diventato realtà per la provincia calcistica”.

Francesco “Ciccio” Caputo, 34 anni, attaccante della Sampdoria

Moscardelli è partito dalle categorie inferiori, non dai massimi club di serie A. Poi ha superato i vari scalini, arrivando in serie A. Un percorso che nel calcio di oggi è stato fatto da Francesco “Ciccio” Caputo, passato dalle categorie dilettantistiche pugliesi alla serie A (e ieri ha anche fatto doppietta con la sua Sampdoria).

“Partire dal basso è una cosa bella – sottolinea Moscardelli – non è sicuramente una cosa semplice, ho fatto tanti sacrifici. Ho saputo gustarmi pian pianino sempre di più il percorso che ho fatto. Mi porto dietro tante cose, che mi sono servite per arrivare in serie A a 30 anni ed a raggiungere il mio sogno. All’estero vediamo giovanissimi che hanno possibilità di entrare presto nel calcio che conta, in questo in Italia siamo un po’ indietro”.

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