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di Riccardo Bramante

Il 1° marzo di dieci anni fa Lucio Dalla morì improvvisamente non nella sua Bologna ma a Montreux, in Svizzera, dove si era esibito al Festival del jazz, uno dei più importanti al mondo.

Fu non solo cantante ma vero musicista, suonando fin da piccolo la fisarmonica prima e il clarinetto. Si avvicinò poi sempre di più al jazz anche se non disdegnava il Festival di Sanremo in cui debuttò nel 1966 per poi tornarci nel febbraio 2012, pochi giorni prima della sua morte.

Visionario e profetico, con una enorme sensibilità, le sue canzoni raggiungono le pieghe più recondite non solo del suo io ma anche dell’umanità in genere. Questa sensibilità la ritroviamo, infatti, sia nelle canzoni che raccontano gli aspetti più intimi e personali, come in “Cara” o “Disperato erotico stomp”, ma anche in quelle composizioni che spaziano su temi più universali come in “Com’è profondo il mare” che sembra riecheggiare il senso di solitudine e di paura dell’epoca attuale.

La curiosità verso tutti gli aspetti della vita era la sua caratteristica. Non solo eventi, ma soprattutto personaggi mitici che divengono eroi nelle sue musiche, da Nuvolari ad Ayrton Senna a Enrico Caruso.

Non amava parlare della sua vita privata se non nelle canzoni, ma in realtà era profondamente cattolico e era solito dire che “la vita terrena è solo il primo tempo della partita”. Si, perché l’altra sua caratteristica era la profonda ironia che non risparmiava nemmeno sè stesso, unitamente agli scherzi con cui prendeva spesso in giro gli amici, ma sempre con una profonda bonomia.

Tante sono le iniziative in corso per ricordarlo. La RAI gli dedicherà un documentario in quattro puntate e riproporrà un film dei fratelli Taviani, “I sovversivi”, in cui Dalla recitò nel 1967.

Anche Sorrento gli dedicherà una serata, memore che proprio in un hotel di Sorrento il musicista creò il capolavoro “Caruso”, cantato anche da Luciano Pavarotti. Né poteva mancare la sua città, Bologna, che inaugura una mostra a lui dedicata dal titolo significativo “Lucio Dalla.

Anche se il tempo passa”, mostra che poi toccherà anche Roma nel prossimo settembre. Perché il tempo passa, ma Lucio resta.