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Quando la canzone si fa pulita, coerente, in cerca di una semplicità che troppo spesso dimentichiamo. Il cantautore dunque giunge ad un livello alto della narrazione, anche dentro soluzioni digitali che oggi sembrano il mantice di ogni cosa. Luca Cassano in arte Le Rose e il Deserto, ci regala un disco bello e umano come “Cocci Sparsi”, che sono storie e fotografie, che sono riflessioni dentro cui ritrovarsi ma anche perdersi. Accade questo e noi come sempre indaghiamo da vicino…

Ci piace assai il tuo moniker: chi sta al centro dell’obiettivo, le rose o il deserto?
Dipende dai giorni… Scherzi a parte, le rose sono tutte lì, tutte all’interno dell’inquadratura; bisogna solo notarle fra la sabbia.

E chi è venuto prima? Sono spuntate rose nel deserto o si sta ricoprendo di sabbia il campo di rose? Credo che questa domanda sia fondamentale per l’ascolto di tutto questo disco…
Come dicevo prima, le rose sono dappertutto, come le cose belle che ci passano davanti agli occhi ogni giorno. Bisogna però stare con i sensi ben accesi per poter notarle.

Torna vincente la canzone d’autore e qui si fa ricca di richiami a scuole classiche ma anche molto prende dalle abitudini moderne: dunque futuro o passato? Chi stai diventando?
Sarebbe troppo facile rispondere futuro E passato. Ho cercato nel disco “Cocci sparsi” di coniugare la mia passione per la scuola cantautorale “classica” (De Gregori in primis) con il mio gusto per quell’elettronica “calda”, analogica, fatta di synth Moog e Juno. Ci sono però nel disco anche rimandi (molto nascosti) alla world music, con dei pezzi in cui non c’è la batteria ma solo delle percussioni molto scarne; e poi dei richiami al folk, a tratti (“Due note soltanto”) quasi country. Spero che il mix sia riuscito.

“Gino Alice” penso sia una fotografia anacronistica di quel che siamo o che vorremmo essere. Cosa ce lo impedisce oggi secondo te?
Ti do una risposta molto personale: Gino ed Alice (che sono due persone reali, anche se non si chiamano Gino e Alice) stanno insieme da ormai 52 anni; credo che, come tutti, anche loro abbiano attraversato momenti difficili, crisi di coppia, magari malattie, perdite, lutti. Ma loro non hanno gettato la spugna e hanno messo da parte i loro egoismi. Io non sarei in grado di farlo; ecco, forse questo ce lo impedisce.

E questo disco dal vivo? Dove, come e quando?
Da poco sono entrati nella squadra Le rose e il deserto due musicisti fortissimi (oltre che due persone splendide) che di fatto mi hanno adottato. Si tratta di Agostino Marino al contrabbasso e Lucio Sagone alla batteria. I prossimi live quindi saranno in piccola parte chitarra e voce (come ho sempre fatto) e in gran parte in questa formazione acustica. Sono felicissimo che il progetto abbia fatto questa evoluzione. Per quanto riguarda il quando: sto organizzando un po’ di date per la primavera; vi terrò aggiornati.