La signorina Giulia di Auguste Strindberg, la recensione per Seven News Italia
di Maddalena Menza
E’ andata in scena, diretta da Leonardo Lidi, che ne ha curato anche la messinscena, al Teatro Vascello di Roma dall’11 al 16 ottobre una tragedia in un atto scritta da August Strindberg alla fine dell’Ottocento, La Signorina Giulia. Interpreti: Giuliana Vigogna, Christian La Rosa, Ilaria Falini.
Scene e luci a cura di Nicolas Bovey. Costumi di Aurora Damanti. Produzione: Teatro Stabile dell’Umbria.
La tematica affrontata dal naturalista Strinberg, genio immortale, è ancora sorprendentemente attuale perché esplora il tema del conflitto di classe (la protagonista Giulia è la figlia di un conte) e l’interazione tra maschile e femminile che si conclude sempre con la sconfitta inesorabile della donna a cui viene offerto il rasoio con cui suicidarsi dal servo Jean che aveva sedotto.
Ma veniamo alla storia, che è ambientata in una notte d’estate di fine Ottocento in una cittadina svedese, e racconta di Giulia, figlia di un conte, che passa la serata di San Giovanni nel castello partecipando alla festa della servitù mentre il padre è assente. Seduce il giovane cameriere Jean che ne rimane stregato. Mentre i due sono insieme, vengono scoperti dalla cuoca Kristin, fidanzata del ragazzo.
Decidono così di scappare ma torna improvvisamente il conte e Jean si sente colpevole ma sa che la sua vita continuerà a scorrere quieta mentre per Giulia sarà impossibile continuare a vivere, nonostante l’appartenenza ad una classe altolocata, per la perdita irrimediabile della reputazione, così le suggerisce il suicidio, porgendole un rasoio affilato.
L’adattamento e la regia della Signorina Giulia, a cura di Leonardo Lidi, ha qualche elemento pregevole. Prima di tutto proprio la scelta del testo che ha destato un grandissimo scandalo nella società puritana svedese di fine ottocento ed è stata sospesa diverse volte ma, nonostante tutto, ha consacrato a fama imperitura August Strindberg proprio per la sua forza esplosiva.
La tematica da lui affrontata è ancora sorprendentemente attuale poiché parla come dicevo del tema del conflitto di classe (la protagonista Giulia è figlia di un conte) ma mentre è tollerabile per un uomo (sebbene di condizione sociale umile) ma comunque maschio, continuare a vivere, non lo è altrettanto per la donna, sia pure di classe elevata essere accettate in società quando si è persa la reputazione.
L’adattamento di Leonardo Lidi però non convince perché non arriva allo spettatore l’emozione e la forza espressiva della tragedia, nonostante venga rappresentato il senso di soffocamento da cui sono tormentati i personaggi, che si trovano a vivere in una società immobile, cristallizzata e si rimane con l’amaro in bocca.
Peccato! Un’occasione perduta!