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Ischia è una Dea che si ricopre di fiori. Li coltiva, li cura, li fa prosperare. E’ una Donna che emana profumi. Che ama le sue acque per lavarsi e curare la propria pelle. Morbida, levigata…

Ischia ti accoglie e ti avvolge. Ischia ti rigenera e ti rimette in equilibrio. Anche per questo Ischia è Vita ed è Madre. Non solo, Ischia ama vestirsi di colori sgargianti, ed ama il buon cibo e ama la bellezza. Ischia ti chiama ed è libertà di essere come sei.

Il nome Ischia è femminile, qui tutto è Donna. Lo stesso Monte Epomeo, il maschio dell’Isola alto, forte e imponente, si lascia governare da questa meravigliosa energia femminile che sgorga inesauribile attraverso le sue acque, i suoi giardini, le sue essenze, i suoi colori. Come una Mamma premurosa ha sempre il rimedio che ti guarisce, che ti fa stare meglio. Come una dolcissima Mamma sa accoglierti e darti quel senso di protezione, di rassicurazione. Se ti trovi nella Baia di Citara puoi sentire la sua voce attraverso il mare.

Lei sussurra: “Qui sei al sicuro, non temere ci sono io, abbandonati”. Lei ti daquella sensazione di pace beata, di massaggio nella pancia, che certamente sentivamo nell’utero attraverso il cordone ombelicale. Lo abbiamo dimenticato, purtroppo, ma in questo luogo per chi sa sentire, torna quella memoria arcaica, indistinta, acquatica, di quando eravamo nella pancia di nostra madre. Qui si percepisce un’energia lontana, primordiale, che affonda la sua forza nel ventre della Madre Terra.

Ad Ischia tutto è musica. Il vento, il mare, gli uccelli, gli insetti, il vociare delle persone, i motori delle barchette che portano i turisti alle spiaggette più belle. Tutto. Qui la vita va per conto suo, a prescindere dagli umani che con il loro chiasso, il loro frenetico bisogno di mondanità e il loro spesso insano egoismo, non badano a ciò che li circonda. Purtroppo.

Ma Ischia è immensa, prosegue il suo divino progetto di Vita, e generosamente, da 

Mi torna alla mente un quadro del mio ultimo musical allestito a Roma. Stile varietà-avanspettacolo, come sempre faccio. Amo molto questo genere teatrale perché è umile, un po’ di nicchia, ma richiede tanta professionalità e particolare disponibilità verso il pubblico. Il teatro non si fa mai da soli. Il pubblico deve essere in scena con te. Direttamente, oppure attraverso il coinvolgimento emotivo che riesci a trasmettergli. Con il varietà lo tiri dentro al palco e ti diverti con lui, come si faceva da bambini. Il massimo!!

Dunque, in questo spettacolo c’era un mio numero dedicato al mare di Napoli. Citavo la scrittrice partenopea Matilde Serao, riferendomi in particolare ad una delle sue numerose pubblicazioni letterarie:  “Leggende napoletane”. Dopo avere descritto tutte le bellezze che Iddio volle donare alla città, in un capitoletto, ci racconta che Lui, come ultimo regalo, le offrì il mare. E terminava con queste parole (che io recitavo sotto forma di monologo):

Questo immenso dono è saggio, è profondo, è caratteristico. Ogni bisogno, ogni pensiero, ogni corpo, ogni fantasia trova il suo cantuccio dove s’appaga, il suo piccolo mare nel grande mare”.

Ecco: questo è Ischia. Per me.

E quando anche io, Emanuela, dovrò varcare la sponda, desidero che le mie ceneri vengano sparse nella Baia di Citara.  Arriverà anche quel momento, e sarà una gioia! Perché Lei seppe abbracciarmi, coccolarmi, consolarmi e ridarmi fiducia. Come faceva la mia mamma. Tanto tempo fa.

Di Rima