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Oscar Wilde affermava che “. . .La bellezza è uno dei grandi fatti del mondo, come la luce solare, la primavera, il riflesso nell’acqua scura di quella conchiglia d’argento che chiamiamo luna”.

Abbiamo bisogno di recuperare il nostro “bello” inteso secondo la nostra cultura, quella classica.
Nel nostro DNA c’è tuttora vivissimo ciò che i Greci ci hanno insegnato sull’arte. La bellezza infatti risiede nel perfetto equilibrio tra le parti di un soggetto. Ecco: il nostro quotidiano è sicuramente pieno di ogni cosa, di tutto di più, non certo di equilibrio! Dobbiamo allora rivedere, modificare e ri-affinare i nostri parametri sulla bellezza fisica. Oggi si esaltano in continuazione corpi esageratamente “plastificati”, artefatti, spesso deturpati e volgari nelle forme.

Proponiamo invece con sicurezza e piacere “antico” quelle bellezze che facevano immaginare e sognare il fulgido mondo degli dei dell’Olimpo. Ciò che le grandi produzioni statunitensi degli anni di cui sopra, volevano rendere accessibile ai comuni mortali quando investivano fortune nella creazione di questi “miti“ irraggiungibili che erano le attrici (ma anche gli attori) di quei decenni… Basti pensare al logo della Columbia Picture (nato nel 1924)! Non si tratta forse di una dea greca in peplo che illumina il mondo dei mortali? Come, del resto, la Statua della Libertà…

Omaggio alla bellezza di Rita Hayworth

Tra alcuni di questi “miti”, c’è sicuramente Rita Hayworth con la celeberrima canzone “Amado mio”, tratta dall’altrettanto celeberrima pellicola “Gilda”, che le assicurò l’eternità nel firmamento  di Hollywood e che ancora oggi strega tutti noi col suo fascino ipnotico.

La ‘Dea dell’amore’, “l’Atomica”, “Ruggine” (per il colore rosso dei suoi capelli), questi gli appellativi a lei riservati nel periodo del suo più travolgente successo. Nel secondo dopoguerra divenne la donna più desiderata dagli uomini di tutto il mondo, considerata una vera bomba sexy per il suo corpo sinuoso e le sue movenze eleganti e estremamente femminili. Nonostante questo mondo di apparente Eden, però, la Hayworth non ebbe una vita semplice e non fu felice. Sembra un destino quasi inesorabile per molti tra gli artisti più e acclamati e idolatrati nella storia!

Margarita Carmen Cansino, questo il suo vero nome, era di padre spagnolo dell’Andalusia e madre dalle origini anglo-irlandesi. Nata a New York, Iniziò la sua carriera con il ballo, seguendo il padre danzatore che, ancora molto piccola, la obbligò a imparare da lui il flamenco, spesso vietandole di giocare con i coetanei. Uomo alcoolizzato e violento, da grande la obbligò a rapporti incestuosi, come lei stessa confiderà a uno dei suoi cinque mariti, il grande attore e regista Orson Welles.

Le conseguenze psicologiche di ciò saranno disastrose per lei, e si ripercuoteranno per sempre nella sua vita e nei suoi tormentati rapporti con gli uomini. A questo proposito, lei dichiarava (forse simpaticamente) che i suoi problemi in amore derivavano dal fatto che i suoi amanti andavano a letto con “Gilda” e si ritrovavano al mattino con lei accanto…  Bellissima ma affettivamente instabile, infelice, finirà anche lei preda dell’alcool  e, più tardi, dell’Alzheimer che la condurranno prematuramente verso una triste fine.  Nella vita privata fu quindi completamente diversa dal personaggio costruito su di lei e per il quale lavorò duramente sulla sua figura, i suoi modi, il suo aspetto.

Fu costretta a dimagrire perché aveva il punto vita largo, troppo mediterraneo per una dea… Si sottopose a interventi estetici, in particolare alla dolorosa elettrolisi che aveva lo scopo di alzare la fronte e “aprire” il contorno del viso. Era un trattamento fatto con una sonda metallica che, provocando un elettro shock al follicolo dei capelli, ne causava la caduta impedendone la ricrescita.

Per contro a tanta bellezza, Rita Hayworth, era piuttosto stonata (e su questo difetto, ahimè si può far poco…) Ciò fu tenuto per anni rigorosamente segreto dalla Columbia Pictures, per non sminuire il fascino del suo mito e la perfezione di dea della sua immagine. Per risolvere il problema, ovviamente, si ricorse al doppiaggio in tutte le scene di canto dei suoi film. Ad esempio la voce di Amado mio, in “Gilda” appartiene in realtà a Anita Kert Ellis, attrice e cantante.

Al di là di tutto, resta quello che il suo mito ha rappresentato per un’epoca. Le persone uscivano da una guerra atroce e orrenda e avevano disperatamente bisogno di tornare a vivere! E lei in modo particolare, contribuì nella ricostruzione di una società psicologicamente devastata. Continuiamo a cercare questi mondi stregati, solo apparentemente vuoti e fatui , in realtà portatori di emozioni, di ossigeno per la fantasia, piacere per l’anima, nutrimento a quella bellezza di cui, per legge di Natura, tutti abbiamo ineludibile bisogno.

“La Bellezza è una forma del Genio, anzi, è più alta del Genio perché non necessita di spiegazioni. . .” (O. Wilde)

Di Rima