Intervista a Tiziana Narciso: attrice Pirandelliana e combattente nata
di Maddalena Menza
Tiziana Narciso è un’ attrice teatrale versatile e completa, che recita da sette anni, nella Compagnia del bravissimo Marcello Amici , il repertorio pirandelliano in una suggestiva e incantevole cornice romana: i giardini di S. Alessio fino al 7 agosto, nel ruolo della contessa Ilse nei Giganti della montagna, in cui si identifica e che ama moltissimo e della dolente Madre nei Sei personaggi in cerca d’autore.
E’ una persona molto talentuosa, che ama molto il teatro a cui si dedica anima e corpo : si è definita una combattente nata ed è proprio così. Per conoscerla meglio le ho rivolto qualche domanda e la ringrazio per avermi concesso quest’intervista.
Comincerei da una domanda classica: visto che tutte le realizzazioni artistiche e di vita cominciano dall’infanzia, lei che bambina è stata ed aveva già velleità artistiche?
Credo di essere nata artista, però, per molti anni, non ho praticato l’arte. Pensi che addirittura ho studiato medicina.
Allora proprio come me! Anch’io ho cominciato la facoltà di medicina e sono arrivata al terzo anno. Lei ha poi completato gli studi?
No, però sono arrivata al quinto anno e poi ho preso un’altra strada. Quindi il teatro è subentrato dopo, però la passione per l’arte in tutte le sue forme, l’ho sempre avuta. Iniziando poi con il teatro, mi sono trovata a contatto con persone come Antonello Avallone con cui ho anche studiato perché è stato il mio maestro. Ho lavorato con lui in teatro nel Nome del Papa Re di Luigi Magni , nello spettacolo di punta del Capodanno con Pippo Franco e mi sono molto divertita. Poi sono approdata a Marcello Amici e sono rimasta con lui perché mi trovo molto bene con Pirandello. Ho lavorato interpretando un testo di Goldoni, Le donne di buon umore con Massimiliano Milesi e, a dire il vero, mi diverte un po’ tutto.
Però non ha risposto alla mia domanda. Io le avevo chiesto che bambina fosse stata?
Non amo parlare della bambina che sono stata perché la mia infanzia non è stata molto felice. Ho perso mio padre a soli otto anni per cui ho avuto tanti problemi e dispiaceri e non sono stata una bambina gaia e spensierata.
Capisco! Mi dispiace! Lei è essenzialmente un’attrice di teatro. Ho letto però sulla locandina che è anche costumista. Come è nata questa passione per la moda, per il bello?
Costumista è una parola grossa perché non faccio costumi ma vorrei spiegare di che si tratta. Mi occupo dei costumi, della costumeria, nel senso che il mio regista Marcello Amici ha una costumeria molto fornita. Insieme a una mia collega (Lucilla Di Pasquale n.d.r.) prepariamo i costumi, li scegliamo e li sottoponiamo al regista che poi promuove o boccia le nostre iniziative.
Chiaramente ci occupiamo poi degli accessori e di tutto il resto perché ci piace dedicarci a varie cose.
Quindi se si dovesse descrivere per il pubblico che non la conosce, cosa direbbe di sé?
In che senso? Come attrice o come persona ?
Direi tutt’e due.
E’ una domanda molto complessa.
Che cosa vorrebbe evidenziare di sé?
Nasco combattente, sono una persona che non si è mai arresa di fronte alle difficoltà e continuo ad essere così.
Brava brava! Come me . Lei poi è del segno dell’Ariete come il mio amato papà e devo dire che siete dei “capoccioni” in senso buono..
Proprio così. Devo dire che, tra i personaggi di Pirandello, quello che più amo è proprio Ilse dei Giganti della montagna perché ritengo ilse una combattente, una donna che sacrifica tutti i beni materiali fino a rischiare la propria vita per portare avanti il suo ideale dell’arte, perché lei rappresenta l’arte e il teatro.
A proposito di questo, Pirandello è stato un grandissimo drammaturgo, un genio. Però, per i ragazzi che non lo conoscono, qual è la caratteristica del suo teatro che lei vorrebbe venisse compresa di più?
Tanto per cominciare l’attualità. E un teatro molto attuale che esalta la sua genialità, non tramonta mai, il suo teatro continua ad essere attuale nel tempo. Maschera e persona, realtà e finzione. Pirandello, secondo me, ha capito l’umanità, in tutte le sue sfaccettature : è difficile ingannarlo e trasmette questa sua conoscenza anche in chiave ironica. Trovo che sia un personaggio molto particolare perché parlando dell’umanità e conoscendola abbastanza bene, non può tramontare il suo pensiero, tramonterà solo con l’umanità stessa.
Che funzione ha per lei il teatro nella società attuale così globalizzata, distratta, ricca di stimoli veloci e così via?
E’0 un momento molto difficile per il teatro. La gente è molto distratta perché ha tanti problemi e si sta sempre più allontanando dal mondo dell’arte, e non so quanto questo sia voluto, per andare verso degli automatismi che con il lato poetico della vita hanno poco a che fare. Perciò siamo rimasti pochi coraggiosi che non ci arrendiamo .
A proposito di pochi coraggiosi, come è il rapporto con Marcello Amici e gli altri attori della compagnia?
Ottimo. Lavoro da sette anni con Marcello. L’Associazione Culturale “Bottega delle maschere” è nata dalla compagnia” La bottega delle maschere” fondata da Marcello Amici e dalla moglie Natalia Adriani nel 1981, nel 1996 è iniziata la Pirandelliana. La Bottega delle maschere poi ,nel 2000, si è trasformata in un’Associazione di Promozione Sociale del terzo settore (APS) presieduta da Marcello Amici, in cui io ho avuto il piacere e l’onore di essere Vicepresidente.
Avete rappresentato le opere di Pirandello solo qui, ai Giardini di Sant’Alessio all’Aventino, o in altri posti. posti di Roma?
Siamo stati anche a Ostia, al Teatro dell’Agorà, al Teatro dell’Angelo ma principalmente qui. Del resto, questo posto è così bello che è unico. Quando salgo sul palco e recito, provo un’emozione incredibile a pensare di stare in un luogo così incantevole. Anche se è notte, immaginare la città qui sotto, mi da’ una grande serenità.
Certo, Roma è sempre splendida! Complimenti! Prima lei mi raccontava che, anche se è principalmente un’attrice di teatro, recentemente ha avuto una piccola particina in un bel film. Ce ne vuole parlare?
Sì, nel film di Roberto Andò Stranezza, anzi , inizialmente, l’aveva chiamato Stranizza e poi Stranezza.
Dal siciliano perché Stranizza d’amuri è anche una bella canzone di Franco Battiato, uno dei miei cantautori preferiti. Di che parla il film?
Dell’esordio non fortunato dei Sei personaggi in cerca d’autore, che si svolse al Teatro Valle dove abbiamo girato il film . Quando, nel 1921, Pirandello portò in scena per la prima volta il suo dramma fu duramente contestato e ci fu una rivolta da parte del pubblico che non capiva i suoi intenti. Poi, nel 1935, il drammaturgo aggiunse una prefazione esplicativa e questo contribuì a cambiare le cose portando ad un grande successo. Il film è interpretato da Toni Servillo nel ruolo di Luigi Pirandello e da Ficarra e Picone.
Il mio ruolo è quello di una spettatrice che al Teatro Valle incontra Pirandello e contesta il suo lavoro. Il film uscirà in autunno o più probabilmente, in inverno.
Bene! Andremo a vederla! E infine, l’immancabile domanda su quali sono i suoi progetti futuri.
Vorrei continuare con il teatro pirandelliano e, poi, c’è qualcosa che bolle in pentola ma, per scaramanzia, non lo dico perché altrimenti si smaterializza.
Sì, lo so, perché sono d’origine napoletana, che la scaramanzia è sacra. Grazie Tiziana e Bona Ciorte!
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