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Campi di girasole, balle di fieno, tanto verde, il contorno delle montagne che qui impediscono quasi sempre l’orizzonte infinito. Nel bene e nel male.

Il luogo è stato chiamato per l’occasione “Teatro dei cipressi”. Si tratta, infatti di uno spazio rurale circondato da giovani, magri e alti cipressi. La sensazione è di avere intorno una schiera di adolescenti uno accanto all’altro, un po’ allampanati, che assistono a una lezione a scuola. I docenti sono nomi illustri, dalle capacità straordinarie, famosi nel mondo, molto amati in Italia.

Primo fra tutti il grande Tony Esposito, rinomato percussionista che da sempre si ispira nelle sue creazioni a contaminazioni sonore. Esse viaggiano attraverso la musica partenopea e i ritmi tribali, tratti dalle tradizioni etniche dei più svariati paesi del mondo. Prestigiose le sue collaborazioni con alcuni tra i più importanti cantautori italiani (come Pino Daniele) e musicisti stranieri.

Tony Esposito

Insieme a lui due chitarre flamenche eccezionali. Quella di Juan Lorenzo (massimo esponente in Italia del genere andaluso) e di Federico Pietroni. La voce e la tastiera dell’apprezzato musicista napoletano LINO PARIOTA (anche arrangiatore e pianista) completano il palcoscenico. Il pubblico siede su balle di fieno adibite a divanetti. Tutto è d’oro, tutto splende.

E’ il primo Luglio 2022, intorno alle 18. Il sole è ancora molto caldo, abbronza la pelle, brucia. Profumo di erba secca nell’aria. Effettivamente il tripudio di percezioni che ci circonda è già da solo un’esperienza irripetibile, che apre l’anima! Entra la musica. Il ritmo incalzante, prepotente, direi, del flamenco completa l’opera. Le due chitarre fanno da protagoniste in tutta la prima parte, con brani in cui il più delle volte eseguono la medesima parte, raddoppiandosi.

Il tutto è di certo coinvolgente, anche se forse, a mio avviso, un po’ troppo accentuato nelle sonorità per chi ascolta. Considerando poi che non è facile per gli artisti tenere l’accordatura sotto il sole cocente e con il caldo insopportabile di questi giorni! Mentre la musica va, appaiono nella mente immagini di Spagna… A tratti si sente un po’ la mancanza di un ballerino o una ballerina che diano corpo e forma visiva a questo ritmo così tartassante.

Il subentro delle percussioni dal sapore etnico di Tony Esposito risulta una piacevole novità per l’orecchio. Egli si produce in quegli assolo che ben conosciamo, e di cui è grandissimo maestro. Si aggiungono poi i bassi della tastiera di Lino Pariota che, con la sua bella voce chiara e tenorile da un tocco di nuova emozione al panorama sonoro udito fino a quel momento. La percepisco come l’apparire di una fonte d’acqua fresca. Il brano finale, la celeberrima Kalimba de Luna, manda il pubblico in visibilio.

L’opera di completa immersione in questo “accadimento multisensoriale” è compiuta.

La meravigliosa iniziativa del Festival “Green Music” si deve all’ inesauribile mente creativa del pianista di fama internazionale Maurizio Mastrini. Geniale, prolifico, instancabile compositore e organizzatore, vede la consacrazione della sua statura in campo internazionale con la realizzazione del primo album “Il Mio Mondo al Contrario” del 2010, in cui suona composizioni classiche ed originali al contrario partendo dall’ultima nota verso la prima. E con un riscontro musicale sorprendente!

Questa estate vedrà per il maestro Mastrini un’intensissima attività concertistica in tutta Italia, e poi in Spagna, Olanda, Polonia, Parigi, New York.

Da parte nostra, lo ringraziamo con l’entusiasmo di chi, grazie a lui e agli artisti della rassegna, ha avuto e avrà l’occasione di vivere esperienze così intensamente ricche e totali per lo spirito.

 

Di Rima