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Oggi facciamo una cosa davvero speciale, che non vi capiterà spesso di leggere e che potrebbe cambiarvi in positivo la giornata. Non sono solito “pompare” troppo quello che faccio, ma, in questo caso, non riesco ad utilizzare termini diversi. Forse avere già letto qualcosa: Città del Vaticano ha preso parte ai Mondiali di ciclismo in Australia, con un atleta legato alla Santa Sede. Lui è Rien Schurruis, 40enne olandese di origine, che è addirittura andato in fuga. Ma a raccontarvi tutto sarà Emiliano Morbidelli, capo delegazione di Città del Vaticano in questa spedizione.

“Faccio parte del Vatican Cycling – afferma Emiliano Morbidelli – la società di ciclismo nata nel novembre 2021 e che, assieme ad Athletica Vaticana, è stata la prima realtà sportiva riconosciuta dalla Santa Sede. Quest’anno abbiamo partecipato per la prima volta al Mondiale di ciclismo. Il nostro pensiero è stato di andare in Australia, a Wollongong, con Rien Schuurhuis, che è il nostro atleta di punta e che è il marito dell’ambasciatrice australiana al Vaticano”.

Il gruppo di Vatican Cycling in posa, con alle spalle il Cupolone di San Pietro

L’equipe era formata da Simone Ciocchetti, segretario generale, che lavora in vicariato, e da Valerio Agnoli, supporto esterno che cura le relazioni estere e che ha funto da commissario tecnico. Il team manager è Rino Alberto Bellapadrona. Agnoli ha avuto una carriera da professionista ed è stato anche gregario del campione Vincenzo Nibali.

“Siamo andati in Australia soprattutto per portare i messaggi che ci ha trasmesso papa Francesco come ambasciatore – riprende Morbidelli – siamo a favore dell’inclusione, soprattutto nel mondo dello sport. Durante la nostra trasferta siamo stati alla Caritas ed abbiamo fatto la conoscenza di alcuni aborigeni. Ci hanno raccontato le bruttissime vicende che hanno vissuto, delle vere e proprie cattiverie subite dai colonizzatori. Finalmente il governo ha capito che certe pratiche, soprattutto nei confronti dei bambini, dovevano essere assolutamente interrotte”.

Un’immagine del toccante incontro con la comunità aborigena, che ha raccontato la barbarie che ha dovuto subire

Non sono una persona particolarmente credente, ma tutta questa storia mi fa sperare che si possa partire da qui per vedere un mondo migliore. Lo testimonia anche una foto con protagonisti Città del Vaticano, Malta e Israele, non proprio tre nazioni che ti aspetteresti di vedere in fratellanza in uno scatto. Con un solo problema: ce l’avevo e non la trovo più, non posso mostrarvela.

“Le richieste per partecipare al Mondiale – racconta Emiliano Morbidelli – sono partite per gioco qualche mese fa, quando ci siamo iscritti come Federazione all’Uci (l’unione ciclistica mondiale, sulla falsariga della Fifa nel calcio) abbiamo ricevuto il modulo e abbiamo deciso di far partecipare Rien. Avere un Mondiale in Australia, avere l’atleta migliore che è il marito di Chiara Porro, ambasciatrice australiana in Vaticano, sembrava tutto già fatto e predestinato.

Un fermo immagine della gara del Mondiale trasmessa da EuroSport, con Città del Vaticano nel gruppo di testa

Così non è stato, solo a dieci giorni dall’evento abbiamo ricevuto il nullaosta dall’Uci ed abbiamo organizzato la lunghissima trasferta in pochissimo tempo. Non pensavamo di poter arrivare così a tanto. Forse è stato il segno del destino, forse qualcuno da lassù ci ha messo la mano. Ringrazio i miei compagni di lavoro, abbiamo fatto un ottimo gioco di squadra. Papa Francesco ci insegna che quando un nostro compagno è in difficoltà, tutti rallentano per farlo rientrare, proprio come succede spesso nel ciclismo. L’unione è lo spirito di vita e il ciclismo è una sua allegoria”.

Tra l’altro il Santo Padre ha ricevuto Vatican Cycling nell’udienza del mercoledì e l’incontro è stato così bello, che i vari rappresentanti del gruppo, tra cui Morbidelli stesso, faticavano a parlare per la grossa emozione.

Rien Schuurhuis in compagnia del francese Julien Alaphilippe, due volte campione del mondo, e del belga Remco Evenepoel, che si è laureato campione del Mondo a Wollongong

“Stavamo tornando con l’aereo dall’Australia – afferma Morbidelli – mentre eravamo a Singapore abbiamo ricevuto la notizia che Sua Santità voleva incontrarci. Nonostante la stanchezza non ci abbiamo pensato un attimo e ci siamo preparati per l’incontro. Ogni volta che si viene convocati da lui è sempre un’emozione. Spiegargli la nostra missione in Australia è stato davvero emozionante, Francesco ti ascolta ed è partecipe, non è una persona che si disinteressa. Gli piace ed ama lo sport, soprattutto quello fatto col cuore. Abbiamo regalato al papa il pettorale numero 169, quello con cui ha corso Schuurhuis, un’artistica croce creata dalla comunità aborigena, la nostra foto uscita che ha fatto il giro del mondo, andando anche sul Washington Post e sulla Gazzetta dello Sport”.

Ma ci sono altre realtà sportive a Città del Vaticano? Io ricordavo solo la Clericus Cup.

“Ci sono già altre discipline sportive – conclude Emiliano Morbidelli – come il padel, il cricket, il basket, il taekwondo. Lo sport al Vaticano nasce con l’atletica, speriamo anche lì di creare una federazione. Vogliamo creare un indotto per trasmettere la bellezza dello sport ai bambini, questo è il nostro chiaro obiettivo”.