Spread the love

Scoprire è una parola importante. Inizieremo così la nostra chiacchierata perché questo disco è importante di parole pesate, artigiane, di una sensibilità alta e matura. Giorgio Mannucci sforna un disco digitale come “Scoprire”, titolo che diviene sintesi di tutta la vita che si dipana dentro. E l’emozione si ritaglia spazi da protagonista pensando alla struggente “Nelle tue scarpe” dedicata all’alluvione di Livorno nel 2017 oppure la chiusa “Pimpa”, il mondo visto dagli occhi di un Setter che fa sentire la sua voce e non è tanto per dire… E questa voce, quella di Mannucci, che si rende sottile e fa centro nell’intonazione, un pianoforte e poco altro… un pop d’autore alto, davvero raffinato.

Scoprire è una parola importante. Oggi più che mai visto che abbiamo tutto e subito… perché dunque merita di diventare un titolo?
Scoprire ha molteplici significati. Può significare “mettersi a nudo”, “scoprirsi”. Questo è il primo significato che do alla scelta di questo titolo. Il secondo significato sta nella prima impressione che ho avuto vedendo questo titolo scritto sulla copertina del mio disco. Lì, gli occhi di un piccolo Mannucci fremono di “scoprire” cosa questo mondo ha da offrire. Ecco, credo sia fondamentale rimanere con esattamente con quegli occhi.

Che poi tutto il disco si muove soffice, sembra contemplare la vita e sembra appunto muoversi in punta di piedi quasi a volerla scoprire… vero?
È una bellissima interpretazione la tua. Ti ringrazio. Può essere come dici tu. Mi piace. È sicuramente un disco intimo. Nato nell’intimità della mia camera. è lì che cerco domande e mi do risposte.

Altro punto, totalmente all’opposto, è che questo disco nel suo ascolto generale poi la vita la mostra e la racconta. Dunque, più che una scoperta parliamo di una rivelazione… cosa ne pensi?
Sì, ma non si cessa mai di scoprire. Anche se rivelo alcuni eventi che mi hanno formato nella mia piccola esistenza (“bianco”, “le cose cambiano”, “nelle tue scarpe”), lascio sempre lo spazio per la sorpresa, per lo stupirsi, e quindi nuovamente “scoprire”. Penso ad “Ardenza Mare” o anche “Pimpa” dove una ironica e sorprendente scoperta si compie proprio sul finale.

Questo tempo assurdo come ha inciso sulla scrittura?
Ma sai, molte canzoni nascono ancora prima del Covid (se è di questo tempo assurdo che parli). Altre sono state proprio maturate in quel periodo di clausura forzata. Devo ammettere che è stato però un bel periodo molto fertile per me malgrado il delirio che stava esplodendo fuori. Se molti artisti in quel periodo si sono ritrovati senza forze creative, io, nella mia mansarda, sotto la luce di una abat-jour ho prodotto molto e soprattutto ho avuto tempo di impreziosire gli arrangiamenti e di lavorare di più sui suoni e sulle parole. Nel 2022 è uscito pure “musiche per film che non esistono” una raccolta di piccole colonne sonore di videoclip da me realizzati. Ho avuto tempo anche per questo negli ultimi recentissimi anni.