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Francesco Ballerini cantautore: per me scrivere è la parte più bella.

L’intervista di Ester Campese

Ivan Francesco Ballerini è un cantautore che recentemente ha pubblicato il suo terzo disco e che vanta collaborazioni di tutto rispetto. Uno su tutti la collaborazione pluriennale con Alberto Checcacci per gli arrangiamenti (anche per questo disco diversi brani sono stati da lui arrangiati). Non da meno Giancarlo Capo, che oltre agli arrangiamenti ha seguito anche la direzione artistica di diversi brani e la loro realizzazione. Non da meno il violinista Alessandro Golini, il fisarmonicista Stefano Indino ed i batteristi Alessandro Melani e Luca Trolli. Tra loro anche Silvio Trotta per chitarra e mandolino e la voce di Lisa Buralli mentre Nedo Baglioni, con cui l’artista ha una costante collaborazione, ha curato la parte visual del disco tra video e fotografia.

Ivan Francesco Ballerini, dicevamo che dal 4 ottobre è uscito il suo terzo disco. “Racconti di mare. La via delle spezie”.  Che cosa rappresenta per lei questo disco?

Questo disco per me rappresenta, come lo è stato per “Cavallo Pazzo” e “Ancora libero” un momento di crescita emotiva e professionale… veder uscire un proprio album è come veder nascere un proprio figlio. Rappresenta una tappa del proprio cammino di scrittore prima che cantautore. Per me scrivere è la parte più bella di questa emozionante strada intrapresa.

Il cantautorato di oggi, come è cambiato nel tempo, se lo è?

È cambiato moltissimo. ho voluto mettermi in gioco nel 2019 a 52 anni compiuti, per poter ridare vita ad un modo di scrivere canzoni che non trovavo più nelle proposte offerte dal mercato. I cantautori della mia generazione o sono morti o si sono ritirati dalla scena. Stanco di suonare e cantare canzoni da quasi 40 anni, ho voluto sperimentare cosa fossi in grado di fare. È così che ho iniziato a scrivere. Per me scrivere significa raccontare, cose della mia vita o prese in prestito dalla vita degli altri… ma ciò che scrivo deve avere un fondamento, qualcosa da comunicare.

Offre nel suo disco lo spunto per un viaggio quasi alchemico, tra sentimenti e spiritualità, si sente soddisfatto del risultato raggiunto?

Credo che “racconti di mare” sia un buon lavoro, un lavoro serio, dove si possono trarre spunti per poter parlare ore ed ore, senza mai annoiarsi. Nel disco ho voluto parlare di marinai portoghesi che con le loro imprese hanno scritto la storia della navigazione, scoprendo mondi fino a pochi istanti prima sconosciuti. Sono stati i pionieri di quello che oggi definiremmo “economia o mercato globale”. Il disco è un mix di storia e di letteratura. I brani “cuore di tenebra” e “tifone” sono ispirati ai meravigliosi racconti di Joseph Conrad, Vasco da Gama e Pêro da Covilhã a questi due fantastici navigatori portoghesi. Per scrivere il brano di quest’ultimo personaggio che vado nominando mi ci sono voluti tre mesi di ricerca storiografica ed ho dovuto acquistare un mappamondo per capire esattamente l’incredibile viaggio, che coi mezzi del tempo, fosse riuscito a compiere. Fare il cantautore penso significhi anche questo, parlare del mondo che ci circonda, di avvenimenti attuali o del passato, ma che ci aiuti sempre a pensare e a riflettere.

Che valori vuole trasmettere attraverso la sua arte?

In prima cosa voglio evidenziare la bellezza e la potenza della nostra splendida lingua: “l’italiano”.  Usando sempre un linguaggio semplice e comprensibile… che voglia stupire per forza, ma che faccia navigare l’ascoltatore con la fantasia, chiudendo gli occhi e lasciandosi andare.

I suoi esordi con la musica ad appena otto anni con pianoforte, per poi passare alla chitarra acustica. Ci racconta questo passaggio?

Ricordo come fosse ieri il giorno che chiesi a mia mamma di acquistare il nostro primo pianoforte. Una emozione davvero incredibile. Poi avendo in casa una chitarra acustica mi accorsi ben presto che era quello lo strumento che più mi appassionava, forse per il contatto fisico e viscerale che vi ho istaurato da subito. È la chitarra lo strumento che utilizzo per comporre i testi e le musiche dei miei brani.

Di cosa si sente più orgoglioso?

Forse del fatto che non mi sono arreso. Ho intrapreso una strada ed un sogno in età adulta, cosa che non tutto hanno il coraggio di fare. Ho iniziato il mestiere del cantautore a 52 anni compiuti.

Cosa avrebbe fatto, se non il musicista?

Senza dubbio lo scrittore.

Un sogno nel cassetto da realizzare?

Quello di effettuare un tournee italiana ed europea coi musicisti che mi hanno affiancato e sostenuto in questo percorso, tutti di livello umano e tecnico eccelso. Li voglio elencare perché lo meritano:

  • Alberto Checcacci – direttore artistico;
  • Giancarlo Capo – chitarrista, bassista, corista, arrangiatore;
  • Alessandro Golini – violinista;
  • Stefano Indino – fisarmonicista;
  • Marco Lazzeri – pianista;
  • Silvio Trotta – chitarra battente e mandolino;
  • Luca Trolli e Alessandro Melani – batteristi;
  • Lisa Buralli – voce solista e cori.
  • Nedo Baglioni – regista e fotografo;
  • Eleonora Ballerini – fotografa.
  • A tutti questi artisti grazie di cuore.

Cosa aspettarci per il futuro?

Ho già pronto tra le mani molto materiale, alcune cose veramente interessanti. Ma non voglio svelare tutto adesso.