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Ben riuscita questa prima prova per i Five Hundred, trio torinese che con un disco come “Romantici” dimostra una maturità niente male e per niente giovane come la loro età. Un gusto internazionale del suono, di quel main stream dancefloor che tanto ha contaminato anche le piste da ballo e le classifiche italiane degli anni ’80 e ’90… e poi il romanticismo della vita inseguita nel glamour, nel gusto estetico delle passioni… si sentono i cocktail ma anche la pelle di qualcuno che sta sfuggendo. E che sound dentro questo singolo apripista “Gelosia cronica”: a chiudere gli occhi davvero si fa un tuffo dentro un passato di belle riviere estive.

Sempre più spesso assistiamo ad esordi che guardano al modo losangelino di pensare al suono… la vostra ragione e radice di tutto?
È vero ultimamente si sentono molti brani di artisti che strizzano l’occhio a mondi passati. Noi abbiamo deciso di affrontare questo ritorno a suoni di altri periodi perché hanno sempre fatto parte di noi. Fin da bambini, tutti e tre, abbiamo sempre ascoltato musica che sentivano i nostri genitori, rimanendo tutte le volte magicamente colpiti e senza parole. Ovviamente è anche importante rimanere al passo con i tempi, infatti, il nostro album troviamo che sia un ottimo mix delle nostre due personalità musicali, quella alla quale siamo più affezionati (la musica anni ’70-’80) e quella che viviamo ogni giorno rimanendo estremamente curiosi.

E che tipo di rapporti avete con quella scena musica? Solo inglesi e ispirazioni da ascolti o c’è anche un qualche tipo di vissuto personale?
Crediamo che in Italia le mode musicali arrivino sempre un po’ più tardi, quindi troviamo che sia furbo tenere sempre l’orecchio teso verso l’Inghilterra o gli Stati Uniti, però senza mai dimenticare tutto il grande passato che ha l’Italia, soprattutto per quanto riguarda il cantautorato nel nostro caso. È chiaro che tutta la musica che abbiamo usato come ispirazione per l’album è musica che adoriamo profondamente (Stevie Wonder, The Weeknd, Daft Punk…) ed è profondamente legata ad ognuno di noi, anche perché spesso come capita a molti, un determinato album, artista o genere lo leghiamo a un periodo della nostra vita. Quindi è impossibile escludere il vissuto personale.

Oggi si è ancora romantici?
Oggi si è ancora molto romantici a parere nostro. Probabilmente è una delle poche cose puramente umane che ci è rimasta. In un mondo che corre così veloce è bello sedersi un attimo e provare emozioni.

E per voi il dancefloor propriamente detto – ma anche le sue derive – che significa?
Il dancefloor nel nostro album vuole simboleggiare il luogo in cui le sensazioni sono esageratamente ampliate. Dalla rabbia alla felicità, dalla solitudine fino ad arrivare all’amore…quando balli e ti diverti vivi in un mondo parallelo, dove tutto sembra essere più grande di quanto in realtà sia.