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Enigma di un tempo rubato, un Mozart argentino

 di Sabina Fattibene

In una sera marzo, l’Associazione Culturale Musicopaidea di Roma, dove la musica è sovrana, si mette in evidenza la storia realmente accaduta ad un musicista diventato “Desaparecido” Rodolfo Zanni.

Il musicisata, nato nel 1901 a Buenos Aires da genitori italiani, ha una vita piena di mistero e i suoi lavori scompaiono. A lui viene dedicato un film documentario “Enigma in tempo rubato “ che viene proiettato nella Stanza della Musica, di Musicopaidea. Il film ha contenuti musicali del tempo, lontano dall’essere solo documentario, è la vera storia di una vita segnata da persecuzioni, censure, sparizioni, una storia appassionante su Rodolfo Zanni.

Il film, vede la regia di Francesco Cordio, la sceneggiatura di Francesco Suriano, Giulio Tiberti, Leonardo Angelini, David Orlandelli Riccardo Tonni. Personaggi del film l’avvocato Giuseppe Zanni, discendente di Rodolfo Zanni, che manda come inviati in Argentina alla ricerca della verità, il giovane compositore Francesco Leineri e il tenore e attore Fabio Armiliato, con al suo attivo parti in importanti arie liriche, nei teatri più prestigiosi, dal Reggio di Parma, alla Scala, all’Arena di Verona, ai teatri internazionali come il Metropolitan di New York e al Teatro Colòn di Buenos Aires, per citarne alcuni. Il tenore ha anche presenziato alla proiezione del film a Musicopaidea parlando delle vicissitudini del musicista Zanni.

Un genio del suo tempo

Nel film l’avvocato internazionale Giuseppe Zanni, racconta di Rodolfo Zanni musicista e compositore, che fu considerato un genio del suo tempo. Inizia la sua carriera giovanissimo. A vent’anni è invitato a suonare nei teatri più importanti. Tra questi il tempio della musica, il Teatro Colòn di Buenos Aires.

Definito il Mozart argentino, riscattò il tango relegato a musica triste da bordello, a preghiera d’amore. Boicottato nelle sale da concerto si dedica ad accompagnare al piano i film muti, con musiche di repertorio. Questo non gli basta e decide che i film possono avere una musica più ricca. Con un orchestra dunque porta i suoi musicisti nelle sale da Cinema. Nel film di Charlie Chaplin nella scena della danza dei pani ci inserì il Can Can, volle farlo eseguire con una intera orchestra, non più solo con il pianoforte. Musicò altri film muti del tempo tra i quali “La Messalina”, “La Febbre dell’oro “di Chaplin. I produttori mettono in cartellone il nome di Zanni, questo perché riconoscevano il suo talento.

Al tempo del musicista esisteva la SIAE francese denominata SACEM. Zanni deposita lì le sue composizioni musicali i suoi spartiti, ma della sua produzione non fu trovata traccia nemmeno alla SACEM. La censura ha cancellato foto e spartiti. Si pensa ad una Associazione Nazionalista argentina a livello politico, composta da 1400 brigate sul territorio, non gradivano la letteratura e la musica italiana considerata autoctona, si era comunque stranieri e boicottati. Vengono create commissioni per valutare la musica di Zanni, ne hanno fatto parte anche Antonino Miceli e Emilio Pelaia, però la Commissione non riuscì a riscattare il musicista dal giudizio dei politici del tempo. A Zanni si addice l’aria della Tosca:

Vissi d’arte e d’amore.. non feci mai male ad anima viva” eppure venne perseguitato, dicevano di lui che la sua musica non aveva regole, armonie anche se era vissuto e aveva respirato l’aria e le varie culture dell’Argentina.

Retroscena sorprendenti

Muore in una stanza d’albergo a Cordoba il 12 Dicembre del 1927, mentre beveva una bevanda e scriveva i suoi spartiti. Un malore lo porta via, al tempo si parlò di polmonite. Subito dopo sparirono spartiti e tutto quello che aveva a che fare con la sua vita di musicista.

L’indagine che si erano proposti i due artisti Fabio Armiliato e Francesco Laineri non ha condotto a risolvere l’enigma ma rivelerà dei retroscena sorprendenti e inquietanti di una guerra condotta da forze oscure per cancellare non solo l’esistenza di Rodolfo Zanni ma anche la sua opera e la sua musica. Rubarono la sua vita e la sua musica, cancellarono la sua memoria.

Di BeneSa