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“Poi c’è quer torello de Bodini; cor gran Furvio Bernardini, che da scola all’argentini”. Sono alcuni versi di Campo Testaccio, il primo inno della Roma. Brano del 1931 scritto da Toto Castellucci sulle note di Guitarrita, un noto tango argentino. Probabilmente si tratta della prima canzone che sia mai stata scritta per una squadra di calcio. Capita spesso di beccarla sulle radio romane, soprattutto all’ora di pranzo, nei vari zapping radiofonici.

Tutto questo al tentativo di evitare la programmazione molto spesso identica sulla major italiane, con le stesse canzoni del momento passate una valanga di volte e programmi che, molto spesso, sembrano la copia carbone dell’altro. E così venne il momento in cui manco l’identità della radiofonia italiana. Ma, a parte i soliti viaggi mentali: che c’entra Campo Testaccio con l’argomento di oggi.

Campo Testaccio ha ospitato le partite casalinghe della Roma dal 1929 al 1940

Nel 1931 i tifosi della Roma dedicano una canzone argentina alla propria fede calcistica. E nella storia sono stati diversi gli albicelesti che hanno infuocato il movimento giallorosso: da Piedone Manfredini ad Abel Balbo fino a Gabriel Omar Batistuta. Ma oggi c’è solo un nome da pronunciare: Paulo Dybala. La Joya (che si pronuncia “hogia” e non “gioia”) è stata presentata in una serata d’onore al Colosseo quadrato, nel quartiere Eur. Tutti sappiamo come è andata e di come sono state grandi le emozioni, al di là delle questioni tifo.

Gabriel Roma Batistuta ha segnato 21 reti nella stagione 2000-01, quella dello Scudetto della Roma. E’ un grande idolo anche dei tifosi della Fiorentina

La Roma giallorossa, a differenza di quella biancoceleste che punta maggiormente sullo spirito di identità e di orgoglio anche perché parliamo di una polisportiva, è caratterizzata dai personaggi. Giacomino Losi, Bruno Conti, il principe Giannini, Paulo Roberto Falcao l’ottavo re di Roma, Francesco Totti, Daniele De Rossi. Sono i grandi nomi che diventano i miti perenni. Così come le memorie fotografiche della storia della Lupa, nel bene e nel male. I due scudetti dell’era moderna, le vittorie nei derby come il 5-1 e l’autogol di Negro, Roma-Juventus 4-0 con Cassano, Roma-Lecce, Roma-Liverpool, le goleade subite in Europa e dalla Fiorentina, e, per ultimo, la vittoria nella Conference League.

Nessuna società in Italia regala una memoria fotografica così marcata, nonostante i pochi successi nella storia del club capitolino. E questo è stato il segno anche nella presentazione di Dybala. Ma vogliamo analizzare l’aspetto mediatico. La notizia è di grande impatto, anche perché inattesa. Per un mese l’argentino doveva andare all’Inter. Ma Sanchez non vuole saperne di andarsene e non lascia la casella libera. La Roma ne approfitta e se lo porta a casa a parametro zero, dopo lo svincolo dalla Juventus. Tutto questo mentre praticamente nessuno lo dava alla Roma. Così come accaduto per l’accordo con Josè Mourinho, che mandò fuori giri anche i giornalisti più bravi.

Paulo Dybala, 29 anni, ha scelto la maglia numero 21, nonostante tanti volessero che indossasse la 10 di Francesco Totti

Il tifoso queste cose le avverte. E poi la presentazione, svolta con un obiettivo chiaro: far elevare il brand Roma, avvicinare i sostenitori alla squadra e creare nuovi tifosi. L’atmosfera della presentazione sembrava quella delle sfilate della grande moda all’aperto, l’hype dei tifosi quella dei concerti di Vasco Rossi, dei Maneskin, o, rimanendo all’attualità, di Blanco, solo per citare gli ultimi. In tutto questo è passata in secondo piano un’altra notizia non da poco: la Roma ha lasciato la Borsa, un aspetto che in tanti hanno salutato con ottimismo e che sarebbe bello analizzare per bene a fondo.

Ma, purtroppo, ci capisco poco o nulla di questo mondo, per cui spero che chi ha le competenze possa farlo al posto mio. Tornando a Dybala, quando saranno finite le celebrazioni, verrà il momento in cui i nodi verranno al pettine. Sarà capace l’attaccante a dimostrare di essere tornato quello dei vecchi fasti, dopo il mancato prolungamento del contratto con la Juventus? E la Roma a cosa potrà aspirare? Forse anche allo Scudetto? Già agosto sarà molto indicativo.

Dybala ha già giocato due partite con la Roma in amichevole: sconfitta con l’Ascoli e vittoria con il Tottenham

Siamo in un momento storico del calcio. Accadono cose che non sono mai accadute e che forse non accadranno mai più, lasciando terreno fertile alle outsider. Due anni fa la Lazio lottò gomito a gomito con la Juventus. Poi il Covid bloccò il campionato e quando si riprese i biancocelesti non riuscirono ad affrontare al meglio le 12 partite in sole sei settimane. Poi altre due stagioni, nelle quali il virus ha fatto spostare partite, calendari e non continuamente fermato giocatori per le positività.

Gli Scudetti sono andati a due realtà rampanti che non vincevano da un po’: l’Inter di Conte e il Milan di Pioli. Ora questa stagione, che avrà un unicum: ovvero il Mondiale nel suo mezzo, cosa che sconvolgerà i piani atletici, organizzativi ed emozionali, tra cui farà di tutto per andare in Qatar, chi vincerà e chi perderà. E la Roma proverà a farsi trovare pronta, anche se, secondo me, al momento, vedo davanti la Juventus.

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