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La mia curiosità e desiderio di esplorazione, mi ha spinto fino al confine con la Toscana, a Cortona precisamente. Curiosa, come sempre, ho fatto un giro per la città. Secondo la leggenda Cortona fu fondata da Dardano, figlio di Giove e di Elettra, che fu anche il fondatore di Troia. Da qui il detto locale che recita: “Cortona, mamma di Troia e nonna di Roma”.

A parte le storie fantastiche, la nascita di Cortona risale al V secolo a.C. Essa divenne un’importante lucumonia etrusca, molto potente anche grazie alla sua posizione collinare, che permetteva un ampio controllo dei territori circostanti governati, appunto, dai lucumoni. A questo momento storico appartiene la Tabula Cortonensis, ritrovata nella zona (località Le Piagge) nel 1992. Si tratta di una lamina bronzea costituita da sette frammenti, su cui è incisa una delle più lunghe iscrizioni in lingua etrusca a noi pervenute. Oggi possiamo visionarla all’interno del Museo MAEC, sito nel Palazzo Casali, antica residenza della famiglia che, nel XIV secolo, governò Cortona.

Quest’ultima, a parte il prospero periodo etrusco, assunse particolare rilevanza proprio nel Medioevo e nel Rinascimento. I Palazzi presenti nella cittadina, tutti di quei periodi, si presentano ancora intatti nella loro magnificenza. Qui operò anche il grande Giorgio Vasari pittore, architetto e storico dell’arte aretino vissuto nel XVI secolo. A lui dobbiamo – come architetto – la Chiesa di Santa Maria Nuova e il progetto per il rinnovamento di Santa Maria della Querce; come pittore gli affreschi dell’Oratorio del Gesù.

Venendo a Cortona, vi consiglio vivamente di visitare il MAEC, molto ricco di reperti antichi del mondo etrusco e romano, e, al momento, sede di un’interessante mostra dedicata a Pietro da Cortona (uno dei massimi esponenti del Barocco romano insieme a Bernini e Borromini). Essa sarà qui presente fino al 18 Settembre. All’interno del museo, oltre alla mirabile Biblioteca Settecentesca (che conta circa diecimila volumi su teologia, filosofia, storia e scienze) esiste un altro, imperdibile, settore dedicato allo straordinario artista Gino Severini, originario di questo luogo.

Egli è considerato uno dei pittori più importanti del primo Novecento, famoso per lo stile unico e personale. Questa parte del museo è allestita con l’intento di accogliere il visitatore come se giungesse nella casa del grande artista. Le opere esposte (tra cui la meravigliosa “Maternità”), insieme ad altre proiettate sulle pareti con tecnica multimediale e alle gigantografie di momenti della sua vita, creano un ambiente di grande suggestione. Non si sa dove guardare. Si è avvolti da una bellezza senza fine, credetemi! Questa parte, a mio avviso, vale da sola il prezzo del biglietto di ingresso al museo.

Passeggiare tra i vicoli di Cortona è un piacevole ricrearsi per l’occhio che spazia tra costruzioni in pietra serena e scorci sulla verde vallata. Un po’ meno godibile l’allenamento di fiato. Le salite non sono proprio un edenico momento, a parte la soddisfazione (forse) di un riguardevole allenamento per glutei, bicipiti femorali e polpacci.

Tra le attrazioni del luogo, molto interessante è, inoltre, la “Giostra dell’Archidado”, un’appassionante sfida con la balestra che rievoca i festeggiamenti per lo storico matrimonio celebrato – nel 1397 – tra Francesco Casali, signore di Cortona e Antonia Salimbeni, nobildonna senese. Questo evento fu, per l’epoca, di portata nazionale. La festa, molto caratteristica, è in Giugno, dura una settimana e prevede l’allestimento di mercatini medioevali, giochi di bandiere, rievocazione del matrimonio in questione, spettacolare gara con le balestre tra i cinque quartieri (Quintieri) della città, premiazione dei vincitori da parte della novella sposa. Al termine, la bellissima, tradizionale cena medioevale.

E pensare che conoscevo Cortona solo per averla ritrovata nei testi d’esame di storia della musica! Fu durante il mio percorso di studi che mi ha portato al conseguimento del diploma in pianoforte, nella mia amata Napoli.  Il “Laudario di Cortona” risuonava nei ripassi a voce alta, all’interno della mia stanzetta. Si… studiavo le laudi francescane del 1200, come prime, spontanee, espressioni di una religiosità popolare in lingua volgare e perciò fuori dall’”ingessato” gregoriano (in lingua latina) di Santa Madre Chiesa…

Orbene, dopo aver nominato e ricordato cotanti illustrissimi nomi, vogliamo dimenticarci del grande (diciamo…) Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti?  Assolutamente no, largo ai giovani! Già perché il mitico Lorenzo è di Cortona, lo sapevate? A tal proposito, ditemi: chi, almeno una volta nella sua vita sentimentale, non ha spolverato una sua canzone da dedicare a qualcuno?

 

Di Rima