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E’ recentemente uscito su tutte le piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica “COSÌ È LA VITA”, il nuovo singolo di Bracco di Graci. Un brano che racconta un viaggio interiore, una riflessione profonda e nato, come spiega lo stesso artista, per la sua esigenza di “lasciare una traccia di me”.

Domenico Di Graci, in arte Bracco di Graci, è un cantautore di origine siciliana ma bolognese d’adozione, scopre proprio nel capoluogo emiliano la passione per la musica. Debutta con il suo primo 45 giri, inciso usando il suo vero nome proprio a Bologna, a seguito con l’incontro con Lucio Dalla. Firmerà il suo primo contratto discografico proprio con l’etichetta di Lucio. Da li una serie di successi ad iniziare nel 1991 anno in cui vince il Festival di Castrocaro con il brano “Vivo muoio e vivo”. L’anno seguente e quello successivo è sul palcoscenico del Festival di Sanremo, nel ’91 con il brano “Datemi per favore” nel ’92 con “Guardia o ladro”, con sui raggiungerà il 4° posto. Sempre nel ’92 vince il Cantagiro nella sezione giovani ed il Premio Rino Gaetano. Nel tempo scriverà anche per artisti di grosso calibro tra cui Morandi.

”Così’ è la vita” è l’ultimo suo lavoro uscito, un videoclip diretto da Oscar Serio, che rispecchia la natura dell’artista. Lo incontriamo per questa nostra intervista per Seven News Italia. 

Come è nata la passione per la musica e quali sono gli artisti che hanno influenzato il tuo percorso artistico?

La mia passione per la musica è nata con me o io con lei. Da bambino i miei genitori mi dicevano che quando si andava nelle balere mi mettevo davanti all’orchestra immobile e non volevo più andar via, venivo rapito da qualcosa e mi estraniavo da tutto ciò che era il mondo circostante.

Quando hai iniziato a sentire la necessità di raccontare la tua vita in musica?

E’ una necessità che ho sentito in età adolescenziale solo che a quel tempo non sapevo come fare, mi mancavano molti elementi che ho appreso più tardi sbagliando molto e scrivendo anche cose inascoltabili, il tempo fa capire molte cose per fortuna.

Qual è il tuo primo ricordo legato alla musica?

Il mio primo ricordo legato alla musica è quando andavo a suonare il campanello di Lucio Dalla in Vicolo Mariscotti a Bologna, in alcune occasioni Lui mi rispondeva con una voce femminile dicendo che Lucio non era in casa e mi invitava a passare in un altro momento, a quel tempo era un simpatico “mattacchione”.

Parliamo del tuo nuovo singolo, quali sono i temi trattati e cosa ti ha spinto a scegliere questo titolo?

Così è la vita è una canzone autobiografica che ha riferimenti anche per altre persone, è un brano che si interroga sulle questioni interiori, la vita è fatta di alti e bassi come nelle montagne russe, quindi il titolo mi è stato suggerito da questo aspetto.

I temi trattati sono la voglia di interrogarsi, soprattutto in questo periodo di grandi cambiamenti epocali, forse dettati anche dalla nostra poca volontà di occuparci e di capire profondamente gli eventi che ci sovrastano. Non manca però la speranza e il riferimento a Rocky vuole proprio accendere una luce che in qualsiasi evenienza non dobbiamo mai gettare la spugna e lottare fino in fondo.

Come artista quanto è importante la ricerca e la sperimentazione di nuove sonorità?

Non sono molto legato alle sperimentazioni, mi ritengo un contadino umile della musica, posso però affermare che le sonorità sono molto importanti e mi piace la musica suonata da musicisti che la sanno suonare e da arrangiatori che la sanno trattare.

In questo Album vi hanno partecipato “Mostri Sacri”: Giordano Mazzi ha arrangiato suonato e prodotto questo Album, dal titolo L’Operaio, Lele Melotti ha suonato le batterie, Lorenzo Poli ha suonato il basso, Mattia Tedesco ha suonato le chitarre e Carlo Miori ha curato i mixaggi, poi ci sembrava tutto interessante e abbiamo deciso di fare il Mastering allo Sterling di New York.

Qual è l’insegnamento più importante che hai appreso fino ad adesso dalla musica?

La musica è cultura e la si dovrebbe fare con grande rispetto non per mettersi in vetrina a tutti i costi per raggiungere il successo, il successo, qualora arrivi, perché non è mai facile da raggiungere dovrebbe essere una conseguenza e mai il motivo per il quale si decide di fare musica.

Nel corso della mia carriera ho spesso cantato la sconfitta, ho imparato dalla musica che la sconfitta è una grande maestra di vita che ci insegna a migliorarci e a diventare più umili, rimanendo sempre con i piedi per terra, come nella vita del resto.

Qualche novità che vuoi condividere, in anteprima, con i nostri lettori?

La novità è che dopo quasi trent’anni ho deciso di pubblicare un Album sul web. Uscirà un singolo per volta, alla distanza più o meno di un mese su tutte le piattaforme digitali e per chi vorrà seguirmi mi potrà trovare sul mio sito ufficiale che trovate qui o sul mio canale Youtube qui.

Ringrazio anticipatamente tutti coloro che vorranno seguirmi.