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Se solo potessi diventare qualcuno. Ma non sono altro che una piccola, indifferente e bella ragazza che può far scivolare le sue dita molto bene su e giù per i tasti del pianoforte quando qualcuno glielo chiede, che può offrire risposte arroganti a domande arroganti, che ama ballare: a dire il vero, sono una creatura come milioni di altre”.  Alma Maria Schindler.

Mi accingo a scrivere su questa affascinante donna, in quanto una delle poche che furono compositrici e che hanno lasciato tracce degne di nota nel mondo musicale. Almeno secondo la storia della musica che abbiamo studiato e conosciamo.

La Schindler (il cui cognome mi riporta immediatamente al commovente ed intenso film di Steven Spielberg Schindler’s list), divenne celebre per aver composto 14 lieder pubblicati tra il 1910 e il 1924, ma anche per essere stata la moglie del grande compositore e direttore d’orchestra Gustav Mahler.

Alma nacque a Vienna nel 1879, in piena Belle Epoque.

Da quest’epoca (notoriamente la mia favorita) assorbì il fermento culturale, la gioia di vivere, di godere la vita, di affermare la propria femminilità. Suo padre, era il pittore paesaggista Emil Schindler. Egli, fin da quando era piccola, amava leggerle stralci di opere di Goethe. Dal canto suo, la madre, Anna Von Bergen, era una cantante di operetta. Dopo la morte di Emil, quest’ultima sposò in seconde nozze Carl Moll, uno dei fondatori della secessione viennese. Viziata, bellissima e colta, Alma Maria crebbe, quindi, in un ambiente estremamente stimolante, diventando una giovane perfetta per gli standard della società. Per questi motivi, fin da ragazza e con suo grande piacere, divenne corteggiatissima.

Si divertiva osservando le reazioni del sesso forte di fronte al suo fascino, come testimoniano i suoi diari (pubblicati dopo la sua morte). In essi descrisse minuziosamente i particolari galanti delle occasioni sociali che frequentemente le si presentavano. Queste descrizioni erano accompagnate da suoi salaci e pungenti commenti. Era leggermente sorda da un orecchio, per cui era solita chinarsi verso gli ospiti durante le numerose cene, per ascoltare meglio. Un gesto da molti inteso come intimo e che, per questo, fu frequentemente frainteso.

Tra i suoi pretendenti ci furono spesso uomini molto più grandi di lei. Uno di essi le inviò addirittura alcune casse di libri di Stendhal ed Ibsen. Ciò ci fa intendere quanto fosse culturalmente considerata e quanto fosse carismatica la sua personalità.

Nei suoi diari espresse senza veli la sua attrazione sessuale verso il genere maschile, cosa non proprio usuale per i suoi tempi… In un suo appunto si legge, ad esempio: ” Stasera mi sono sorpresa a fissare imbambolata il rigonfiamento nei pantaloni di Burckhard (il direttore del teatro Burgtheater). La mia sensualità è infinita. io DEVO sposarmi”.

Il primo amante di Alma Maria Schindler fu un maestro di musica che lei trovava sgradevole e che sedusse per impazienza di provare le gioie dell’amore. Crescendo e maturando, divenne una vera “mangiatrice di uomini”, capace di stregare e abbandonare alcuni tra gli uomini più importanti del Novecento.  Frequentando gli ambienti di alto spessore culturale dell’epoca, ebbe relazioni amorose con personaggi del calibro di Gustav Klimt o l’architetto Joseph Maria Olbrich, Gustav Mahler (che sposò nel 1902), Walter Gropius (il grande architetto prussiano fondatore dell’avveniristica scuola d’arte “BAUHAUS”), che sposò dopo la morte di Mahler.

Poi con il pittore espressionista Oskar Kokoschka, il poeta praghese Franz Werfel, che fu il suo terzo e ultimo marito e che sposò dopo la separazione da Gropius. Visse in uno stato di inesorabile dubbio se amare l’uomo o la sua arte. Di certo trovava afrodisiaco il talento geniale! Da queste relazioni e matrimoni nacquero quattro figli, di cui due, purtroppo, morirono molto giovani.

La sua vita da moglie e madre le impedì di dedicarsi a tempo pieno alla composizione musicale. Un temperamento come il suo non poteva che renderla insoddisfatta e frustrata! Conseguentemente compensò il sano bisogno di affermazione, in più o meno serie avventure amorose. Esattamente come accade nella maggioranza del genere femminile che popola questo Pianeta, dalla notte dei tempi ad oggi.

 

 

A causa delle persecuzioni naziste, la Schindler fu costretta a trasferirsi in Francia e poi negli Stati Uniti. Rimasta ancora una volta vedova, prese nel 1946 la cittadinanza americana e trascorse il resto della sua vita tra Los Angeles e New York, dove morì nel 1964.

 

È curioso osservare come nel suo stile musicale siano completamente assenti reminiscenze del grande marito Mahler, quanto piuttosto emergano richiami di Brahms e Schoenberg.

Forse se si fosse dedicata con più convinzione alla sua naturale propensione musicale e artistica e avesse puntato meno al primato sugli uomini, avremmo avuto argomenti più nobili di cui trattare, senza dover aggiungere (come nel titolo) che si scrive riguardo alla “moglie di Mahler”.

Atavici problemi femminili, purtroppo!

Di Rima