C’è talmente tanto dentro un disco simile che non so da dove partire. Ed è solo un esordio. Alèm è il moniker che da i natali artistici a Alessandro Minichino, classe ’99 di Potenza. Punto a capo perché i suoi sono sogni tutt’altro che virtuali, sono virtù tutt’altro che eteree. Ma la società dentro cui ci muoviamo tutti è “virtuale” ormai, di sogni e di carne e di ossa che misurano la verità dietro la finzione dei computer.
Alèm lo denuncia sin dentro la intro di questo lungo ascolto, perché ci sono voci e penne che non ci stanno a far la parte omologata… ma alla parte dedicano tempo e forza di critica intelligente e perché no, anche di bonaria e scanzonata presa per i fondelli che non guasta mai, soprattutto se ci regala un’evasione e un sorriso tra i denti… amaro ma salvifico. Eccolo allora “Sogni virtuali” l’esordio discografico di Alèm. E mettetevi comodi perché sono 14 le tracce di pura quanto geniale libertà di forma e capacità di flow lirico che inchioda alle nostre responsabilità e straccia maschere e modi da perbenismo ligio al politicamente corretto. “Sogni virtuali” non è un disco politicamente corretto.
Facce diverse ad arredare il suono e lo stile, tra pop, urban, trap, rap, hip hop, ci sento i Prodigy, ci sento l’Italia anni ’60, ci sento l’indie di Calcutta ma anche l’underground melodico di quelli che furono gli Articolo 31. Il cliché torna, non manca e anzi non deve mancare, ma qui prende direzioni tutte personali anche quando lui stesso si riduce a scegliere comode e quadrate soluzioni main stream. C’è tutto ma non ha per niente l’aria di essere “scopiazzanti” modi di fare per portare a casa il risultato in un modo sicuro. Ecco: non gioca mai carte sicure questo lavoro, inventa, sperimenta, si appoggia ogni tanto al muro di cinta industriale, ma poi riprende la corsa. Tutto si evolve. Dunque non state qui a centellinare gli angoli di questo disco che va ingoiato e masticato tutto con molta lentezza visto che proprio dietro ognuno di questi angoli ci sono ricchezze liriche e melodiche davvero interessanti. Ed è solo un esordio…